' con una notevole tendenza all'allargamento dei quadri nel corso delle votazioni. Ma più che altro sono motivi di ordine psicologico a sovvertire la tesi appoggiata dal Caranti: egli nega che nell'elettore comunista, posto da privato di fronte ad un preciso quesito, vi sia un processo di mimetizzazione che lo porti ad escludere persino l'alibi di un orientamento a sinistra espresso attraverso la formula mitigata di un'adesione al P.S.I.; ma chi abbia esperienza del mondo meridionale in particolare ed in genere del mondo contadino sa con quanta difficoltà i sentimenti politici vengano espressi dai soggetti presi in considerazione dall'indagatore. Lo stato d'animo di parecchi comunisti, anche appartenenti ai ceti medj, è quello di gente che in qualche modo si sente posta al bando dalla società che essa ha in odio, e non è scarso l'influsso che su di una simile psicologia può avere quel senso di colpa · che sovente si accompagna alle ribellioni contro la tradizione ed jl ceto dal quale si proviene; non essendo improbabile che proprjo l'astio che i comunisti provano verso le istituzioni vigenti si tramuti, per un istintivo processo di difesa, nel timore esagerato di una reazione proporzionata della parte opposta. Senza escludere, infine, che qualsiasi iniziazione ad una dottrina, che incontri difficoltà di ordine esterno e persecuzioni più o meno esplicite, si compiace di un amore del segreto che spontaneamente si sposi ad uno spiccato vittimismo. Semmai, dunque, si può dire che l'elettorato comunista si rivela il più restio a confessare il proprio credo e pure quello più propenso ad assumere forme diverse, anche per la maggiore facilità di penetrare in ambienti diversamente ostili che i comunlsti riescono ad acquistare grazie al loro ecclettismo. Bibloteca Gino Bianco ,I Se abbiamo qui isolato due casi di uso - a nostro avviso - imperfetto degli strumenti statistici, non è stato già per entrare nel terreno arbitrario delle citazioni scalzate dal testo a scopo di accademica esercitazione, ma bensì per rilevare due esempi relativamente tipici di una erronea impostazione ideologica dei problemi tecnici. In confronto ai criteri scientifici che r~golano generalmente in maniera rigorosa il suo lavoro statistico, il Caranti, quando si allontani dal mero commento delle cjfre riportate, rivela una certa convenzionalità delle opinioni politiche ed una sensibilità prevenuta verso quegli ideali che guidano l'azione dell'uomo nel tempo. Sempre per questi motivi sj riscontra un po' dappertutto nel testo una certa difficoltà a concepire il fenomeno comunista nei suoi giusti termini; di volta, in volta il successo della estrema sinistra viene fatto risalire a fattori propagandistici, alla scaltra infiltrazione da parte di elementi sovversivi nelle file della compagine cattolica, ecc. Questo assieme di fattori, pure assai importanti, non basta a spiegare molteplici manifestazion.i del successo comunista in Italia, poichè trascura la reale portata storica degli avvenimenti non soltanto di questo dopoguerra : in proposito jl giudizio che il Caranti esprime va e~aminato diffusamente. Confrontando i risultati delle elezioni del 1921 e quelli delle elezioni del 1946, il Caranti sostiene che le variazioni rilevabili nei dati statistici sarebbero di poco conto e dimostrerebbero la scarsa importanza che il fenomeno fascista ha avuto nella vita nazionale. In questo giudizio si può ancora una volta avvertire una posizione antistoricistica, che si afferma nel concetto, piuttosto pessimistico, di « una continuità, attraverso le generazioni, del-
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