no vaHdi sembrano i procedimenti usati nella fase di raccolta dei dati che manifestano la dipendenza dei risultati elettorali dalle cause sociali, economiche e storiche prima puntualizzate. Il collegamento di ogni fenomeno con gli altri che lo determinano riesce particolarmente faticoso quando si tratti, tanto per citare un caso, di interpretare la distribuzione dei voti fra le varie categorie sociali identificate jn Italia. Evidentemente nessun criterio sta- . . ' . . t1sttcopuo soccorrere Jn questa operazione selettiva e bisogna far ricorso a dati estranei al congegno elettorale, ossia ad indagini parallele che abbiano ottenuto da elettori, di cui si conosce la categoria sociale, risposte su quesiti presentati in termini differenti, ma assai prossimi, nondimeno, quanto a valore logico, a quelli insiti nella scelta elettorale. Come si sa, l'Istituto Doxa ha compiuto per le consultazioni av~enute fra il 1948 ed il 1953 sondaggi pre e post elettorali; il Caranti medesimo riconosce che i dati offertici da queste indagini sono parziali, giacchè non ci rendono edotti sulle opinioni di alcune categorie il cui atteggiamento politico è particolarmente controverso (mezzadri> piccoli commercianti, artigiani). Comunque, quello che si può dedurre e ci interessa, è la constatazione che le classi meno abbienti, mentre si manifestarono contrarie al governo democristiano per una protesta di origine eminentemente economjca, tuttavia non si dichiararono decisamente volte a sinistra, ed anzi pare auspicassero un arresto dello sviluppo politico del P .C.I. Affermazionj che non solo sono jn contraddizione con i risultati elettorali, ma riescono pure singolarmente nuove a chi abbia qualche conoscenza del cosiddetto « mondo proletario », e che vanno quindi valutate per quel che realmente valgono. Bibloteca Gino Bianco A parte che pare alquanto sofisticato distinguere ad ogni costo, nella ristretta sfera del voto, sfumature di convinzione, che ridurrebbero in misura eccessiva l'elasticità delle funzioni assolte dai partiti politici, non è neppure plausibile la sostituzione di suffragi segretamente espressi con risposte la cui destinazione non è determinante ai fini delr affermazione dei principi politici delle persone campionate. I comunisti trovano molto frequentemente il coraggio di essere sinceri solo nel segreto dell'urna; difficilmente, prima e dopo di quel momento, escono da quello stato di omertà nel quale si sentono più intimamente uniti. Nessuna inchiesta, ufficiale o ufficiosa, può, di conseguenza, fornire statisticamente risultati comparabili con quelli stabiliti dalle consultazioni elettorali. A conclusioni parallele si giunge ponendo a confronto i risultati che i vari partiti avrebbero ottenuto stando ai sondaggi dell'Istituto Doxa e quelli che realmente ottennero nelle elezioni prese in esame. Poichè gli scompensi più vistosi jn rapporto alle previsioni si .sono registrati a vantaggio dei comunisti, il Caranti ne deduce che una parte di quanti si erano dimostrati dj incerto colore nel corso dei sondaggi aveva finito col concedere il proprio suffragio al P.C.I. Ritiene, per di più, sinceri i dubbi espressi intorno all'esito delle elezioni da quella parte degli jnterrogati dichiaratisi comunisti, desumendone che l' elettorato di sinistra è pjù esitante nelle sue inclinazioni dj quanto comunemente non si jmmagini. Queste asserzioni contrastano, anzitutto, con le impressioni generali dell'osservatore politico medio: l'elettorato più jncerto, alla vigilia delle elezioni, è quello democristiano, che dall'jnchiesta Doxa risulta, infatti, come il più oscillante dopo quello comunista, benchè anch'esso
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