Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

• • • vaz1one categorica comporta necessariamente la affermazione di processi storicoevolutivi scientificamente non comprovabili. Per questo i principi direttivi debbono intendersi quali ipotesi di lavoro e, come tali, risultano realmente indispe,osabHi per impostare qualsiasi indagine a carattere specifico. In altri termini, pensiamo che il metodo seguito dal Garanti riesca, alla fine, insoddisfacente, in q·uanto lo schema proposto in sede di prefazione è stato poi attentamente corredato dei dati statistici, e non da questi dimostrato, ma semplicemente soddisfatto. In verità, più che di una ipotesi, in questo caso si trattava di vere e proprie leggi, quelle di Sigfried e le altre precisate dall'Autore, la cui dimostrazione è affidata alla realizzazione di un certo numero di fatti nel .tempo, e, comunque, non è mai controllabile. Chiunque, infatti, nel campo della sociologia, assuma delle proposizioni come leggi imperative, finisce col mettere le notizie statistiche di base al servizio della propria opinione, che non costituisce più una semplice ipotesi di lavoro, ma qualcosa che concettualmente si ritiene abbia già trovato una risposta affermativa e non avrebbe più bisogno, quindi, d'essere comprovata. In merito all'impostazione logica data dall'Autore al suo lavoro, poi, ci sfugge la ragione per la quale alcuni partiti rappresenterebbero la tendenza a conseguire dei « fini», mentre altri vengono interpretati come «mezzi» per raggiungere quei fini. Nè si comprende in grazia di quale accorgimento il diametro conservazioneprogresso suggerito dal Sigfried in rela- ""' zione al condizionamento fisico venga buono ai fini di una dimostrazione di , tutta opposta intonazione. Ricorderemo, per inciso, che la geografia elettorale del Bibloteca Gino Bianco I Sigfried studja rapporti, per così dire, di intimità fra la mentalità degli elettori e l'ambiente circostante e dà un quadro interessante della politica francese proprio per queste interpretazioni di carattere psicologico. Mentre le astrazioni teoretiche furono ritenute efficaci nell'ambito delle applicazioni da lui eseguite, ma non trasferibili su di un piano universale. L' assunzjone dei fattori storici alla stessa stregua di quelli economici e sociali e l'arrendevolezza palesata di fronte alle limitazioni imposte all'uomo dalla realtà, intesa nei suoi lineamenti fisici, manifestano la particolare inclinazione culturale del Caranti, il quale, volendo rivendjcare il potere di scelta dell'uomo davanti alle influenze che provengono dall'esterno, non ha, ciononostante, ritenuto di doversi affidare ad una visione più dinamica della realtà appresa nel suo divenire. La via dello storicismo non è sempre la pjù agevole, evidentemente, e la preoccupazione di trascurare l'uomo comporta spesso, nei sociologi, una dimenticanza di certi valori ideali che governano l'azione politica e, dopo tutto, lo svolgimento medesimo della storia; il quale non trova il proprio movente più riposto in una dicotomia progressoconservazione legata alla intima composizione del mondo fisico, ma piuttosto definisce dialetticamente il proprio processo mediante la razionale evoluzione jmpostagli dallo spirito umano. Quanto ai metodi statistici seguiti dal Caranti nella elaborazione della tesi di fondo, le notizie raccolte nella parte riguardante la distribuzione e la composjzione del corpo elettorale e le specificazioni relative agli elementi che condizionano le volontà espresse attraverso i voti debbono ritenersi largamente bastevoli a costituire una esatta base di giudizio. Me-

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