Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

siva a favore dei ceti dominanti, dirottando dai problemi sociali gli interessi morali e politici degli intellettuali meridionali. Così, « scettico» custode delle vecchie condizioni di immobilità ed operoso ad elaborarne di nuove - sia pure ai fini di un ammodernamento della cultura nazionale, tale da poter più efficacemente « contrastare il passo alla ideologia della classe operaia» (1 ) - Croce avrebbe tradito l'insegnamento di Labriola, alterato l'interpretazione di De Sanctis, negato « perfino l'esistenza » di una questione meridionale. È appunto isolando Croce dalla tradizione liberale, e accreditando una interpretazione classista della sua opera, che i comunisti intendono accaparrarsi i più illustri « precursori », Antonio Labriola e De Sanctis, come - sul piano della dibattuta questione meridionale - Dorso e lo stesso Fortunato (che pure costituiva secondo le note di Gramsci l'altra « chiave di volta )) del << blocco agrario >)): tutti più sensibili dal punto di vista « sociale >). Onde, non più sollecitabili con diversivi eruditi, coloro i quali avvertono la pressione dei problemi economico-sociali si volgono, o dovrebbero volgersi, verso altri lidi della cultura e della politica, dove già sono approdati anche alcuni transfughi del mondo crociano, sempre più deserto e disertato da giovani energie. Tutto ciò, in buona parte, sarebbe dovuto a un presunto atteggiamento negativo di Croce nei confronti della « questione meridionale >>; intorno a cui gli esponenti delle « forze popolari >> hanno invece eccitato ed alimentato un grande dibattito, non appena la caduta del • fascismo lo ha consentito (e qui, magari, si sottinten·de che il fascismo si avvalesse indirettamente ddl'attività di Croce, come antidoto, o almeno come distrazione, rispetto alla preoccupazione di veder diffondersi il marxismo fra gli intellettuali meridionali). Questa impostazione, naturalmente, non ha portato a risultati culturali veri e proprii ma è servita a diffondere, anche fra ambienti non marxisti, il cliché di un Croce che assolve la funzione di « retroguardia del blocco agrario », inseguita negli ultimi tempi dall'incalzante moto di nuovi intellettuali meridionalisti; i quali avrebbero intuito di dover prendere le mosse da Fortunato e Dorso, anche se non proprio disposti ad arrivare fino a Gramsci, e si avviano ora baldanzosamente a risolv~re la questione meridionale. Noi non apparteniamo a queste categorie; respingiamo l'interpretazione . . ( 1 ) MARIO :eiALICATA: Benedetto Croce e il Mezzogiorno, « Rinascita », a. IX, n. 12, [10] Bibloteca Gino Bianco

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