Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

• dall'altro lato, sulla marchesa de... e sulla contessa de... che mi sibilarono voci d'odio: « Tout de meme, man cher, ce n'est pas vous autres antifascistes qui avez gagné >➔ ••• La lunga viltà fascista cominciò nella Francia di Vichy in qud giorno. Alzandomi mi fermai un momento vicino al tavolo di Sir Ronald Cam pbell, l'ambasciatore britannico ; mi mormorò, stanco : « Avete notato che solo alle nostre due tavole c'era un'atmosfera di dolore? » A tarda sera rividi il generoso Herriot : « Partite, partite, tutto è perduto; risparmiateci l'onta di vedervi consegnato ai nostri e vostri nemici ». E io: « Perchè non partite anche voi? Si può continuare la lotta dovunque ». Ma Herr!ot mi rispose che era anche « maire » di Lione e che come tale doveva rimanere. Gli promisi di partire l'indomani se avessi trovato come; mi ab-bracciò e mi sussurrò all'orecch:o, gli occhi pieni di lacrime: « Quand méme, quand meme, vive l'Italie, vive la France». Era del più puro Herriot, ma quanto meritorio e commovente una settimana dopo i vacui e altisonanti proclami' di Mussolini e dei suoi generali nella Francia g~à agonizzante» (13). Chiuso in una tragica immobilità è invece il quadro che si delinea nelle pagine del Dorso: in una prosa aspra, e a volte disuguale, si dispiega innanzi a noi l'intelligente, astratto e quasi ossessivoteorizzare di un uomo al quale era preclusa ogni azione diretta sugli eventi, tranne quella di scrutare l'avvenire col vigore della sua mente. L'articolo si inizia con la narrazione di un colloquio politico tra il Dorso ed alcuni giovani discepoli : « Il ricordo di quella tragica sera del 1 o giugno 1940 è ancora fisso nella mia mente. Eravamo seduti intorno al mio tavolo di lavoro, muti ed accorati. Avevamo proprio allora finito di ascoltare la radio, sitibondi di sconforto; e tutto, invece, sembrava crollare improvvisamente ·sotto un magico impulso. La Francia ormai era perduta, ringhilterra, sola e quasi impotente, sembrava prossima a soccombere, l'America era lontana oltre le nebbie degli Oceani, e la Russia, straniata dall'Europa, anzi dalla stessa politica, nascondeva il suo volto di sfinge dietro il paravento del patto di non aggressione russo--tedesco. E in questo squallido quadro s'era .inserito, poche ore prima, con la sua inconfutabile linea di cafoneria, il bluff mussoEniano. Eravamo in tre, tutti posseduti dallo stesso incubo, cittadini europei nel senso più prec1so dell'accettazione, ma italiani nel più profondo dell'esistenza, ed il nostro cuore quasi cessava di battere ogni qualvolta il pensiero tentava rintracciare negli oscuri ambulacri del futuro il destino della nostra Patria. L'aria era pesante e densa di fumo .. Sul pavimento e nelle ceneriere moz .. ziconi di sigaro e di sigarette. Il silenz:o pesava assai più che ogni discorso, ed Bibloteca Gino Bianco

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