Di Alfonso Casati, in Aretusa leggiamo un commosso profilo: « Quando la sua morte è stata certa, abbiamo ripensato tutta la sua vita, e fra le lacrime la vedeval!lo ricomporsi in ogni tratto in un sicuro svolgimento, in un progresso continuo. ·Niente di stonato, nessuno sbandamento. M.editativo e serio, senza impazienze e nervosità, senza superficiali ambizioni, si era tracciata ogni giorno la sua strada. Egli aveva respirato nell'atmosfera della sua casa, aveva ricevuto nascendo una eredità di ideali che non doveva essere sot.. toposta a dubbii, mai. Tanto alta, tanto vera, quanto naturale e spontanea. Non, aveva conosciuto nelJa forma tormentosa con cui l'avevano conosciuta i suoi cnetanei l'incredulità e lo scetticismo. Per questo la sua educazione si svolse armonica, alimentata di fede come quella di un giovane del Risorgimento.. _Il suo carattere, che subito colpiva sin da quando, adolescente taciturno e riservato, era difficile che si unisse alle conversazioni, dava sostegno al lavoro severo ed entusiastico della sua intelligenza . ... Nella vita militare di due anni si era formato in lui forte il sentimento di quello che dev'essere il soldato, forte pel contrasto con ciò che aveva visto intorno a sè, il disastroso influsso del fascismo su alcuni suoi superiori, alcuni compagni d'armi. Era un vero soldato, e le sue lettere dal fonte hanno la gaiezza, la semplicità di chi è perfettamente compenetrato nella sua missione. Ricordatevi - diceva a dar coraggio ai suoi cari - qualsiasi cosa mi accada, che in questi giorni sono stato felice. Da queste parole deriva conforto come da tutto quanto egli ci ha trasmesso, dai suoi pensieri, dalla sua vita, dal ricordo dd suo volto. E pel nostro dolore sereno uguale e cosc:ente sentiamo, che non lo dimenticheremo mai » ( 1 1 ) • Diversamente intonate, a un accento di profondo sconforto, sono invece le parole che Manrico Fiore dedica all'amico scomparso, il giovane pittore napoletano Antonio Fra11chini: « Morto per la patria: ed è cosa che suona strana detta di lui, forse per quel troppo spreco che se n'è fatto, di bassa oratoria o ciarlanateria. Lui ~he ad ogni retorica era as~olutamente negato, che amava i discor i tutti a gesti e interiezioni, e voleva esser capito così, solo per il calore che ci metteva dentro ... ... L'ho rivisto solo nel maggio scorso, a Napoli. Poche ore. Aveva avuto dei lutti in famiglia. Non parlò quasi nulla di pittura e questo mi fece male. Parlò invece molto dd suo am:co Casati, mi disse che era stato da Croce, che voleva venir via dalla Sardegna e andare a combattere.... Io pensai a qualcµe cosa che avevo letto in qualche libro ( « un po' di giovinezza sprecata »)... ( 12 ). ( 11 ) Aretusa, 111°, PP· 88-89. (12) Aretusa, 111°, PP· 90-91. Bibloteca Gino Bianco
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