, Di lui, esperto letterato e traduttore di poeti moderni tedeschi, Aretusa pubblicò per commemorarlo la traduzione di un dramma di Hofmannsthal: Il pazzo e la morte. Il dra~ma si svolge tutto in un dibattito disperato tra il giovane « folle » e la morte, ed ha versi così allusivi e così misteriosamente drammatici, che il lettore resta come turbato ' e pensoso. Nella chiusa, la morte, che pure è riuscita vittoriosa, dice: Strane creature sono questi umani, vedono dove nulla è da vedere, leggono quello che non fu mai scritto, stringono insieme confuse figure, e sanno strade nell'eterna tenebra ( 9). Alfonso Casati (13 luglio 1918-6 agosto 1944), ed Antonio Franchini (2 maggio 1918-21 luglio 1944), amici e compagni d'armi, riuscirono con ferma volontà a farsi trasferire,. nel giugno 1944, dalla Sardegna, dove prestavano servizio in un battaglione di granatieri, a Napoli, e dopo una breve sosta, poche settimane dopo la liberazione di Roma, si fecero in- - viare in prima linea, e caddero sul fronte adriatico, a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro, in durissime azioni di combattimento (10 ). (9)- Aretusa, 111°, pag. 19. ( 10 ) Citiamo sullo scritto commemorativo del Flora su Alfonso Casati (Milano, 1946) questo resoconto della loro morte: « E venne il giorno della partenza: con Franchini raggiunse il fronte: la loro tenacissima aspirazione era finalmente appagata. Avevano com.piti durissimi, ma il loro animo, pur con tanto amore alla vita, s'era addomesticato a non so che presenza della morte. E già il 25 luglio Antonio Franchini era gravemente ferito sul campo di battaglia. Caduto al fianco del compagno lo aveva incaricato di salutare tutti gli amici. Fu Portato all'ospedale, ma il compagno, comandante di un plotone in linea, non patè neppure accorrere presso il ferito. Due giorni dopo Alfonso annunziava a suo padre la morte di Antonio Franchini: adoperava le parole più comuni ma intorno ad esse era un alone di profonda e pur serena mestizia... Il 6 agosto, sul fronte adriatico, presso lesi, a capo del suo plotone nel battaglione Bafile, proteggendo la ritirata di reparti polacchi e italiani da una contesa posizione, il tenente dei granatieri Alfonso Casati, cadeva sotto il colpo di un mortaio tedesco. E il giorno seguente, quei reparti che riconquistavano la quota, trovarono la sua spaglia mortale e quella dei suoi uomini: un plotone italiano quasi interamente distrutto ». I Bibloteca Gino Bianco
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