Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

sato dell'Italia, avvicinò tutti i soggetti in una forma di idalismo liberal-socialista che era in precisa antitesi con ogni disposizione di indole fascista; che poi questo si debba a Croce o a Laterza, non mette conto stabilire: giacchè il risultato, il più ambito e soddisfacente, altissimo titolo d'onore nella storia di questo ed:tore, fu che: « per vent'anni, la Casa Editrice Laterza in Bari, non si peritò di pubbìicare opere animate dall'amore della giustizia e della Ii.. bertà, che in ogni loro accento negavano gli ottusi programmi e le antistoriche tirate del fascismo, rammentando agli italiani che essi non mai sopportarono, senza ribellarsi, la servitù ed incitandoli, attraverso le voci di Dante e Leopardi~ a rientrare nella loro gloriosa tradizione ». ... Il principio basilare di Croce fu quello che si dovesse dar l'impressione di ignorare il fascismo - di non ripetere il suo brutto nome e quello dei suoi capi - ma di volgersi all'intelligenza degli italiani in termini che tacitamente sottintendessero l'identificazione del fascismo in una mostruosa aberraz~one della continuità storica dello sviluppo d'Ital:a. Nessun principio diverso da questo avrebbe potuto riuscire d'una qualsiasi utilità. Così, da quei Ebri si sprigionò, per vent'anni, una sorta di inno alla Ebertà che trovava sua eco nei cuori, ancorchè non osassero attingervi >> ( 6 ). ' Il ragionare con una sorta di f an,atismo morale ed intellettuale, intorno ai miti del nazismo e del fascismo, nasceva allora (quando per la prima volta si poteva opporre ad essi la parola libertà) da uno stato d'animo di ribellione interiore e profonda. A questo modo di sentire alcu~e pagine di un Dia1·io politico di Alberto Moravia, dànno un'espressione concisa e quasi esasperata, che sembra avere a tratti la spietatezza di alcuni versetti biblici : « Gli uomini sono troppi: s:ano venduti, massacrati, soppressi a milioni. Un uomo valga meno di un animale domestico che almeno è utile, meno del 1 pane che mangia, meno delle scarpe che calza. Parlerete a quest'uomo di libert:à politiche? economiche? No, prima di tutto gli renderete quel bene senza il quale non si dà alcuna specie di libertà: la dignità umana. , La servitù amata e rimpianta; la libertà odiata e temuta.· Il p!anto dei forzati scacciati dalle prigioni, delle prost!tute licenziate dai lupanari. Ho affidato la mia libertà a quel dittatore. Ha promesso di rendermela tra cinque anni, tra dieci anirl, alla fine della guerra, del secolo. Stringere ventimila mani, massacrare ventimila prigionieri, farsi applaudire da ventimila fautori. L'epoca ha fretta e fa le cose in grande. Miti moderni tutti irrazionali e nemici della libertà. Miti antichi razionali e pieni di Ebertà. (6) Arett .s..a, 1°, pag. 51. Bibloteca Gino Bianco

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