Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

pito più duro; ma essi son pure i più capaci di sostenerlo, e combattono sui monti e nei campi e nelle città la terribile e splendente battaglia dei partigiani, 1nentre bieca li persegue l'insidi~, e la viltà li minaccia con la vendetta sugli ostaggi innocenti. Non mai gli italiani al rischio di una morte che occorre sfidare in ogni istante dovettero congiungere tanta trepidazione per la sorte dei figli e dei padri, delle lor donne e dei loro amici. Pure i nostri compagni affrontarono con un senso d'al~a tragedia una condizione che nessuno prevedeva, quando ciascuno aspettava che in un tempo solo tutta l'Italia fosse liberata, e potesse riprendere con una sola volontà il suo nuovo cammino. Alla mente ricorrono ad ora ad ora i nomi dei compagni lontani; e la voce nell'evocarli s'arresta con improvvisa ritrosia, in un dubbio che improvvisamente ci scolora. Ostacoli materiali d'ogni minuto, ove le grandi parole Spazio e Tempo si incarnano in cose piccole e fragHi, che han la molestia irreparabile di quasi invisibili insetti contro scorati giganti, mortificano necessariamente il nostro lavoro, dopo le distruzioni compiute dai tedeschi e alle quali si è tuttavia portato ogni giorno sempre crescente rimed:o. Quasi impossibile comunicare con l'Italia ancora oppressa; molto difficile nell'Italia libera comunicare con gli scrittori sparsi e coi lettori: chiuse o lontane le biblioteche, quando non furono selvaggiamente distrutte dai tedeschi: difficile procurarsi i libri italiani o stranieri. Ma noi a cui è pur dato di riprendere contatto col mondo civile e riproporre con liberi spiriti quei temi :n cui sii manifesti la nostra partecipazione alla civiltà delle genti ... Tocca a noi raccogl~ere ed elaborare, e talvolta, se non. è ambizione, precorrere o promuovere i motivi della nuova figura mentale e morale che oggi si delinea: di un'Italia percossa e pure alacre, prostrata e pur fiduciosa, pronta a scuotere dalle sue abitudini ogni residuo di quel fascismo che non fu soltanto un fatto locale, n1a la dolorosa e precoce manifestazione di un male che minaccia tutta la terra, ieri ed oggi : il mito della dittatura contro la libertà (2 ). In un altro articolo: Gli scrittori e la dittatura, lo stesso Flora analizzava con estremo rigore quelli che erano stati gli atteggiamenti politici degli scrittori durante il ventennio. Seguendo il processo di disgregazione morale degli intellettuali italiani attraverso le varie fasi della politica fascista, egli poneva in una luce spietata i motivi sostanziali per i quali la letteratura di quei venti anni « appare oggi decrepita, mortificante, illeg-. gibile, vuota>> (3): « L'adesione attiva che pur ricercava, l'adesione intima, il fascismo non ottenne mai; ma gli bastò d'imporla nelle forme esteriori, creando tra sé e i • ( 2 ) Aretu.fa, I°, pp. 3-4. (3) Arett. sa, I 1°, pag. 63. Bibloteca Gino Bianco

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