Nord e Sud - anno II - n. 4 - marzo 1955

vivace - malgrado la guerra, le distruzioni, il caos delle città disorganizzate - del rinascere e rinnovarsi delle forze spirituali. Di quel periodo di eccezione, Aretusa fu dunque un'espressione letteraria, non un fatto di politica militante, anche se uomini come Benedetto Croce, Carlo Sforza, Guido Dorso, che erano allora tutti impegnati nella politica attiva, vi collaborarono-; anche se nelle sue pagine leggiamo i nomi di giovani italia11i che caddero in quei n1esi nella guerra di liberazione contro i tedeschi, o i nomi di inglesi, americani, polacchi, che combattevano al fronte negli eserciti alleati. Pure, negli scritti pubblicati su Aretusa, si possono oggi ritrovare tratti significativi, vive testimonianze del clima morale di quegli ultimi anni di guerra, nei quali i medesimi problemi, nell'ansia verso il futuro, dominarono le menti più diverse : la tragica realtà dell'Italia allora nettamente divisa; i doveri che anche agli intellettuali la mutata situazione politica imponeva; le responsabilità del periodo fascista che gravavano su molti di essi; la revisione da parte degli uomini politici antifascisti (soprattutto di quelli che giungevano dall'esilio) delle loro personali esperienze politiche, ed il teorizzarle, nell'ardua volontà di inserirsi nella nuova situazione italiana, che essi stessi avevano contribuito a creare; quel senso per i giovani (per molti dei quali la necessità dell'azione fu allora il fatto predominante), di un improvviso spa• lancarsi di orizzonti, fin quasi a divenir troppo vasti; il contatto soprattutto con il mondo e la cultura anglosassoni, dal quale si era rimasti troppo. a lungo staccati, tanto da essersene creati un'immagine « mitica ))' in contrasto con la propaganda nazi - fascista; gli accenti, uguali in tutte le lingue, tra accorati e strazianti, che ebbe la poesia di guerra : tutto questo rivive nelle pagine di Aretusa, anzi, Aretusa ne fu in Italia quasi la prima espressione, tanto più efficace, quanto più «improvvisata)). Nell'assumere la direzione della rivista, in un articolo introduttivo: Agli scrittori e ai lettori, Francesco Flora esprimeva così lo stato d'animo suo e dei suoi collaboratori: « Nasce questa rivista su quel territorio d'Italia che su per giù risponde all'antico reame, in una oittà ove vissero, o donde trassero esempio alla purità della cultura, uomini che durante il fascismo tennero fede al principio del_lalibertà umana e lo difesero e ne composero una severa dottrina ; ma la maggior parte dei nostri compagni, quelli che patirono le nostre stesse giornate durante il ventennio fascista, sono in quella parte d'Italia ove il giogo tedesco grava con tutto il peso di una vera pedanteria del delitto. E' toccato ad essi il com- ·Bibloteca Gino Bianco

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