.,,. Croce e i meridionalisti di Frances~o Compagna Le forze democratiche italiane hanno dimostrato un'assai scarsa sensibilità per i problemi culturali e hanno lasciato scoperto un settore fondamentale della vita morale del Paese; rinunciando perfino, quelle che erano . in grado di farlo, a difendere e sviluppare tradizioni feconde di risultati politici e civili. I comunisti, invece, da anni vengono svolgendo un'accorta politica culturale, necessariamente tendenziosa, ma indubbiamente efficace, se non altro per mancanza o inettitudine di contraddittori. Che questa politica culturale dei comunisti italiani sia stata condotta innanzi con una non sottovalutabile consapevolezza di mezzi e di scopi, è dimostrato dalla stessa scelta dei temi che essa si è imposta. Così i comunisti hanno prontamente riconosciuto nell'opera crociana il punto_.di maggiore resistenza, l'avversario più rispettabile e più temibile, la tradizione da sradicare; e contro le posizioni crociane hanno cercato spregiudicatamente di accreditare alcune tesi, dirette tutte al fine di isolare Croce dalla tradizione liberale, che pur ha avuto in lui uno dei suoi momenti più alti, per innestare su di essa una propria conclusione e apparirne quindi i più degni continuatori. Una di queste tesi, in un certo senso la principale, riguarda il rapporto fra l'opera di Croce e la polemica meridionalista. Forzando, cioè, l'interpretazione de.Ile posizioni di Croce di fronte alla storia dell'Italia meridionale e di fronte ai problemi della vita politica e civile nelle regioni meridionali, i comunisti hanno dedotto uno schema polemico, per cui Croce appare riso- . lutamente impegnato nella conservazione e nella difesa .del « blocco agrario », « agrario » anche lui, « chiave di volta » di un sistema reazionario, .istintivamente portato a mascherare e sottovalutare i bisogni e i problemi delle masse popolari, intento sopra-ttutto a svolgere una sottile aziorie difen- [9] Bibloteca Gino Bianco
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