Nord e Sud - anno II - n. 3 - febbraio 1955

debba essere tentata ad ogni costo. I voti vanno quasi spontaneamente verso le estreme ed anche verso la D. C., ma non trovano con la stessa naturalezza la via dei partiti cosiddetti minori. La sensazione dominante presso la borghesia rionale è che si tratti di vecchi partiti, che hanno esaurito [a loro funzione; si pensa anche che rappresentino élites intellettuali senza séguito, destinate a fallire jl loro compito in un Paese ritenuto costituzionalmente antidemocratico. L'impopolarità di questi partiti dipende dalla scarsa penetrazione della loro propaganda, da una riottosità dei dirigenti ad affrontare a1 lle radici il disinteresse di una certa parte della borghesia verso le questioni di fondo del Paese. I problemi dell'organizzazione statale e della partecipazione dei cittadini alla vita democratica sono stati sempre rigettati dalla pubblica opinione quali in~olubili od inferiori ad altri, di più facile presa demagogica.. Esiste un diaframma fra la classe dirige11te laica e la possibile base elettorale, dal primo dopoguerra in poi, e dipende soprattutto dalla convinzione, da una parte, che determinati punti della politica dei cosiddetti par6ti minori del centro siano frutto di oziose astrazioni e di aridi cerebralismi e da un'incapacità, dall'altra parte, di creare una comunicazione possibile di questi problemi, di presentarli in forma accessibile alla massa, dimostrandone, inoltre, la fondamentale importanza. Per i giovani il liberalismo, ad esempio, è una conquista solitaria, fatta il più delle volte sui libri, llontano dalla presenza di maestri e guide spirituali. Nei primi tempi dopo la Liberazione, almeno il P.R.I. allestì una sezione che ebbe iniziative felici e riunì per qualche anno alcuni giovani desiderosi di imbastire tra loro un dia•logo jnte:lettualmente proficuo. Ma ill P.L.I. ed il P.S.D.I. nella zona non agirono che saltuaria- ,, mente e superf~cialmente. , Il declino del P.R.I. dal 1946 ad oggi è sensibile: dal 7,51% dei voti alle prime amministrative si è giunti a:l 2,66 o/o dello scorso anno; il numero degli iscritti è irrilevante. I[ P.S.D.I. non ha mai trovato un elettorato stabile ed una sicura affermazione nel rione: il maggior risultato lo ebbe nelle politiche del '48, ma anche allora non andò oltre il 4,34 o/o. JJl P.L.I., viceversa, incontra maggiori consensi: la sconfitta più grave la subì allorchè si alleò con i qualu,nquisti nel '48 e quello smacco può for,nire un'utile indicazione intorno alle esigenze della buona borghesia del qua~tiere. Anche ill successo alle amministrative del '52 è indicativo, Bibloteca Gino Bianco

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