Nord e Sud - anno II - n. 3 - febbraio 1955

I a buon mercato, che non mette capo all'Europa, che non conduce a nulla: un nuovo marché de dupes. Come si vede, le nostre preoccupazioni sono tutt'altro che prive di fon.damento: questi ultimi mesi hanno veramente rappresentato il trionfo dei surrogati; s'è cominciato col mettere da parte l'esercito europeo e l'integrazione dei bilanci della guerra, s'è messa molta acqua nel pool verde per farlo fallire, si minaccia oggi la spinta verso l'integrazione economica, verso il mercato comune, come stanno a dimostrare tra l'altro le ultime vicende della C.E.C.A. Per il mercato comune, poi, i nostri dubbi sulla efficienza dei risultati ·che si potranno conseguire attraverso l'O.E.C.E. sono rafforzati dall'esperienza che s'è fatta in questi ultimi anni della rigidità delle strutture nazionali. /\lella crisi del secondo dopoguerra si è delineata la nuova condizione della politica meridionalistica: l'europeismo. E' l'insegnamento del liberismo di SalvemiJ1,ie della stta Unità, delle diagnosi meno problemistiche e più politicamente impegnate di Dorso; so120soprattutto l'insegnamento e la tradizione di Croce che hanno suggerito ciò, che hanno maturato tale esperienza. Questo 1ion è soltanto lo spartiacque fra una t1isione costruttiva della democrazia e la resa ad altrimenti insolubili contraddizioni, ma lo spartiacque decisivo tra meridionalismo e antimeridionalismo. Bibloteca Gino Bianco

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