Nord e Sud - anno II - n. 3 - febbraio 1955

.. .. anni or sono. Per tre o quattro anni le competizioni dei motocicli costituirono il cimento sportivo più ambito. _ L'Anno Santo, viceversa, mise in voga un furibondo dongiovannismo. Lo stuolo delle pellegrine, che ne1 lla zona fu sempre ingente, data la fdlice situazione topografica del quartiere, rinnovandosi continuamente, produsse una attrazione completa verso i1 l sesso femminile: nelle menti dei ragazzi si compose una geografia umana, nella quale le nazionalità venivano distinte secondo le vocazioni erotiche e le attitudini amatorie delle giovani avvicinate e catalogate in ragione delle notazioni che ciascuna delle occasionali fidanzate aveva permesso. Queste modificazioni della mentalità borghese si innestano su vecchi temi: lo sport, il divertimento fine a se stesso, l'impoliticità che si traduce in t1n neo-fascismo bianco, restio a qualsiasi attivismo. Il quartiere sussiste con tutte le sue componenti, anche se, in que[la che potremo definire la « terza generazione>>, [a partecipazione ha perso di vigore e si è manifestata con tutti i limiti che generalmente regolano la condotta dei giovani di. un agglomerato urbano. Le loro attività si assommano a quelle che da anni compongono un quadro stabile della vita rionale, inserendosi in que[la trama di relazioni che gli anziani hanno intessuto \ cosi strettamente . In ultima analisi gli avvenimenti che eb-bero luogo fra i1l 1944 e il 1947 appaiono il tentativo più complesso compiuto dal quartiere per creare una unità interna. In quel tempo si par:lò scherzosamente del « paese » e, se non altro, tutti sentirono la possibilità che il quartiere divenisse un organismo compiuto e funzionante. La frase « andare in città », per qua11to scherzosa, ha tuttora vigore, malgrado il centro non disti più di un quarto d'ora: essa denota l'isolamento ne~ quale il rione, in quanto comunità a sè stante, si è rinchiuso e la coscienza che della sua attua'lità hanno gli abitanti. Così, nei primi momenti, i due autobus che servono la zona furono appellati col titolo di «corriere>>, quasi prestassero servizio fra un villaggio ed il vicino capoluogo. Anche coloro ·che vivevano ai margini della collettività si resero conto che esisteva un gruppo di persone deciso a far vivere al quartiere una sua propria vita. Tuttavia, il fatto che il rione dal principio componesse un suo coro di voci, pettegolezzi, malignità, attraverso la bocca delle donne di servizio, dei portieri, dei commessi di negozio ed insomma di tutto quel [77] i3iblotèca·Gino Bianco

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