dine come quello fascista non apparisse il tutore più fidato del proprio patrimonio. La guerra scosse questa fiducia, mettendo in forse le garanzie che la classe borghese esigeva. D'improvviso molti divennero antifascisti ed i fascisti cominciarono ad essere segnalati come fautori di un partito insensato. La guerra stessa modificò la gerarchia tradizionale dei valori : ci si accorse che gli umili, coloro di cui ci si era .serviti per i lavori più modesti, avevano maggiori doti di resistenza ed adattamento al!le circostanze: piccoli impiegati, portieri, rivenduglioli, ecc., mostravano di sapersi arrangiare alla meglio e si cominciò a scendere negli scantinati per comprare quel po' di alimenti che permettesse di sopravvivere agli stenti. Negli ultimi tempi i più ascoltavano radio Londra; quando il 25 luglio la radio annunziò la caduta del fascismo, la folla si radunò per fare falò dei ritratti di Mussolini, nei cortili si vegliò fino a tardi, nelle strade la gente batlava e si abbracciava. Tutti ritenevano che la guerra fosse finita. Poi fu l'occupazione tedesca. Mai il quartiere raggiunse altrettanta coesione d'intenti. Il coprifuoco riuniva le famiglie vicine, inducendole a tenersi reciproca compagnia. Differenziazione di ideologie politiche in quel tempo non se ne riscontravano. I pocl1i fascisti non avevano neppure il coraggio di manifestarsi. Quattro o cinque giovani si arruolarono neJle brigate repubblichine: minorenni avventurosi, affascinati da una ~ avventt1ra guerresca nella quale vedevano una via d'evasione dalle angustie dell'ambiente :familiare. Un paio di essi vennero ripescati dai padri e ricondotti a Roma come ragazzi senza giudizio. Anche due o tre ragazze andarono coi tedeschi; le stesse, al ritorno, avrebbero frequentato gli americani. La maggioranza dei giovani rimase in quartiere. La mattina ci si riuniva al bar per ascoltare ~e ultime voci. C'era sempre qualcuno che portava notizie di azioni partigiane di prossima realizzazione, ct1e risultavano normalmente infondate. La borghesia più ricca si rifugiò nel giuoco delle carte come nell'unico passatempo possibile; per molti quella fu « l'epoca del pokerino >>. I tedeschi, che in quartiere avevano un comando, non diedero disturbi particolari; soltanto, un giorno, andarono in cerca di alcuni capi partigiani nascosti in via Sant'Erasmo, ma i ricercati riuscirono a sfuggire all'arresto grazie all'aiuto dei ~oro coinquilini. Non fu tutto: alle fosse Ardeatine morì un ebreo, Fano, del Partito d'Azione. Bibloteca Gino Bianéo
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