Nord e Sud - anno II - n. 3 - febbraio 1955

logico, che coinvolgeva certi elementi delfa cultura patriottarda dalla quale aveva appreso una determinata informazione mentale. Bisogna dire che non tutti erano fascisti, ma la maggioranza mostrava di esserlo e teneva a dimostrarlo. Il quartiere, essenzialmente composto da funzionari dei ministeri o del Comune, visse il tempo eroico della piccola borghesia con una sua tranquilla soddisfazione. La crit'.ca antifascista, che circolava soprattutto sotto forma di battute di spirito, era merito di poche famiglie facilmente identificate: tratta vasi di commercianti rimasti pa• droni di un'attività economica tale da preservarli da atti di sottomissione al regime vigente. Anche alcuni dei burocrati più anziani conservavano riserve mentali yerso il partito e gli uomini nuovi, confessando nostalgia della vecchia classe dirigente. In ogni caso il gruppo più attivo dell'antifascismo era costituito dalla povera gente - artigiani, portieri, piccoli commercianti - alcuni dei quali, vedi caso, provenivano dalle antiche borgate, alle quali i fascisti neppure osavano avvicinarsi. Qualcuno di loro diede lavoro alle commissioni provinciali di disciplina, perdendo la cittadinanza deJl rione per qualche residenza coatta in paesi di confino. Atti di violenza concepiti dai fascisti non se ne ricordano e neppure episodì di intolleranza faziosa. I primi sintomi di una insoddisfa- · zione profonda nei confronti de!l Governo fascista si manifestarono dopo i primi mesi della guerra. Fino ad allora la piccola borghesia del quartiere aveva mantenuto un certo prestigio, che [e proveniva dall'appagamento di una pretesa prevalenza intellettuale. In un quartiere composto principalmente di professionisti meridionali, il .commercio umano che si ·sviluppava fra gli abitanti era caratterizzato da una reciproca fiducianel titolo conseguito attraverso gli studi e nell'onorificenza attribuita per meriti di lavoro. La gerarchia dei valori veniva stabilita piuttosto dal grado raggiunto nella scala burocratica che non dalla posizione economica delle famiglie, le quali erano ad un dipresso tutte sullo stesso livello. Il pericolo costante, che questa media e piccola borghesia avvertiva, di scadere a ruoli più infimi, la teneva congiunta strettamente alle sorti di una cultura intesa nei suoi termini scolastici, nelle sue codificazioni universitarie. Nella grande maggioranza il ceto impiegatizio aveva sviluppato il senso del risparmio e non v'era famiglia del quartiere che non tenesse un conticino in banca o alla posta ed alla qua[e un governo d'orBibloteca Gino Bianco ...

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