Nord e Sud - anno II - n. 3 - febbraio 1955

• e casua1e. La èoncomitanza di interessi, di lavoro, di orari ed in genere il modo di vita sovente permettono conoscenze non profonde, ma vaste e:: cordiali; più difficile è legare in maniera definitiva, raggiungere rdazioni durevoli e comprensive di varie attività comuni. . Un quartiere nuovo di Roma, com'è quello che qui si analizza intorno al 1935, è popolato da persone spesso alle prime esperienze in città. Si aggiunga che ad abitare la zona di Porta Metronia furono per la maggior parte meridionali: cordialissimi tutti nei rapporti di vicinato, ma più sospettosi per quanto riguarda [e normali relazioni sociali. Chiusi nel cavo delle famiglie, gelosi delle proprie amicizie, essi erano maggiormente propensi a perpetuare antichi legami che non a stringerne di nuovi. Se erano al primo contatto con la città, rientrava nel loro carattere di . appoggiarsi a qualche parente già residente a Roma da anni oppure a gruppi di compaesani ambientati nella città. Queste amicizie fra gente. dello stesso paese, provincia o regione si tramandavano tra i figli, da,ndo luogo a quell'insieme di associazioni che si stabiliscono fra conterranei ed a Roma restano tuttora istituzioni fiorenti. Quello che si riscontrava nella mentalità di cotesta gente d'origine provinciale, e che li tenne in sèguito al margine dello sviluppo della vita cittadina, er~ una disabitud:ne a pensare ed a sentire con quella celerità e con quell'assenza di contorni che la vita di città impone. La morale provvisoria, alla quale g1i uomini nati in grandi centri si adeguano istintivamente - queilla mancanza di cordialità, quell'annullamento dell'individualità, quell'insofferenza ,verso qualsiasi forma di imposizioni che sono tipici delle comunità moderne - tutte queste situazioni riuscivano intollerabili ad uomini abituati dalla provincia a ritenersi in possesso di una - · precisa individualità. L'orgoglio del grado, così sviluppato nell'ambiente. burocratico, ~nduceva i funzionari dei ministeri abitanti nello stesso quartiere a salutarsi con un sussiego ed u~ ossequio sproporzionati. Esistevano, insomma, posizioni ufficiali che creavano differenziazioni notevoli e, quindi, ostacoli nell'ambito del rione: queste opposizioni latenti venivano agevolàte dal Governo del tempo, tanto propenso a stabilire stati diversi a seconda degli individui. Ne derìvava che uomini di per se stessi inclini a non riconoscersi inferiori ad alcuno, per un senso di rivalità spiccatamente meridionale ed a causa della struttura medesima di 11nasocietà classificata a priori, stentavano ad entrare in rapporto fra loro_ [66] Bibloteca Gino Bianco

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