Guf; infatti, senza togliere nulla alla rispettabilità degli altri, vi sono anche intellettuali che derivano tale titolo non dall'aver frequentato i Guf e partecipato a littoriali, ma dall'aver studiato a tempo e luogo opportuni. Il Roma ha dunque imboccato, con Signoretti e Lauro, risolutamente la strada fascista: nazionalismo, sanfedismo, quaiunquismo, !aurismo ne sono diventati i più accentuati caratteri complementari, potremmo dire le concrete · qualificazioni di un fascismo ancora più provinciale di quello der Tempo, più legato agli affari di quello cosiddetto « milanista», più borbonico di quello mussoìiniano, disfattista, nella logica della sua senilità, rispetto a quello che detenne il potere. Dal punto di vista strettamente giornalistico, il Roma, mentre pretenderebbe di essere il fedele informatore che arriva dovunque si verifica un fatto che interessa i lettori, non è altro che uno spaccio di notizie, largo dispensatore di titoli sensazionali. E così anche il supplemento domenicale che vorrebbe essere un surrogato del settimanale a rotocalco, elargito al lettore del quotidiano dalla munificenza di criteri aziendali dell'editore e dalla modernità di concezioni del direttore. Si annuncia ora la pubblicazione di un settimanale complementare, che forse, nei piani di espansione editoriale, deve sostituire questo supplemento: avremo così un Candido napoletano, o tutto al più una riedizione del Monsignor Perrelli? Dal punto di vista dello schieramento politico, la dilettantesca contraddittorietà dei rapporti con i governi e con la D.C. appare ora, dopo la scissione monarchica, in maniera anche più evidente: l'opposizione alla D.C., fino alla scissione, fu sempre condita con lo zelo clericale dei caratisti della flotta Lauro, ai quali scrivendo editorìali politici sembrava aver raggiunto il colmo della perfidia con l'appello a Gedda e padre Lombardi contro De Gasperi e Scelba; il fiancheggiamento velleitario alla D. C., dopo la scissione monarchica, è sempre condito dall'incontenibile fascismo del direttore e dei principali collaboratori. Il Ron1a resta dunque, potenziato e diffuso con mezzi cospicui, un tipico strumento di diseducazione politica della piccola borghesia meridionale. Abbiamo detto « potenziato e diffuso » e ci siamo riferiti alla piccola borghesia meridionale : volendo dire che, con Lauro, il Roma è uscito dalla cinta napoletana; a parte un'edizione milanese (La Patria), che ha avuto, come era più che prevedibile, scarsissima fortuna, e un'edizione romana che non regge il confronto con gli altri quotidiani della destra nazionalfascista, il Ronza è riuscito, con le sue edizioni, a penetrare qua e là nella provincia meridionale, giocando tra l'edizione del mattino e quella di mezzogiorno per precedere i quotidiani romani, che tradizionalmente precedevano Il Mattino fuori della Campania. E' difficile, senza accurate indagini, dare un giudizio sulle rispettive ragioni che hanno animato la recente polemica tra Il Mattino e il Roma sulla maggiore o minore diffusione dell'uno o dell'altro (una polemica che sembrava dar luogo a un giurì della diffusione, ma che poi è stata fatta rientrare, probabilmente per intervento delle rispettive proprietà): Il Mattino resta il quotidiano napoletano assai più forte nelle vendite in città delle ore antimeridiane; Bibloteca Gino Bianco ...
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==