Nord e Sud - anno II - n. 3 - febbraio 1955

di dar vita alle due sole manifestazioni italiane di giornalismo europeo. Quaggiù - mentre campeggiava sul Mattino il dilettantismo « giallo)> di Scarfoglio e mentre sorgeva l'organo magno del liberalnazionalismo, il nefasto Giornale d'Italia - mancava a « l'onesto Roma», che pur rappresentava e interpretava motivi autentici e popolari della coscienza pubblica, il respiro necessario per adeguarsi alle nuove esigenze giornalistiche, per creare nel Mezzogiorno un'alternativa albertiniana alla stampa scarfogliana. Al primo Liov successe il figlio Umberto; a Giovanni Brombeis un altro Brombeis, chiamato poi, per concorso, alla carica di Segretario Generale del Municipio di Napoli. Il Roma declina: dopo un breve ini:erregno dell'on. Vincenzo Bianchi, troviamo alla direzione del giornale quell'Alfredo Annunziata, il cui nome si ritrova in tutte le liste monarchiche di questo dopoguerra. Poi, fu il fascismo. Dall'avvento del fascismo in poi, la storia dei direttori non interessa più, se non nella misura in cui deriva dalla storia della proprietà, che ben presto sfuggì agli eredi Lioy. Del Roma si impossessò, nel 1928, il gruppo fascista napoletano che faceva capo al farinacciano Preziosi (relatore sulla questione meridionale nel congresso fascista di Napoli del 1922) e del quale erano esponenti anche il Forges Davanzati, il duca Carafa e quel Vincenzo Tecchio che abbiamo trovato come fondatore della mostra d'Oltremare e come amministratore del Tempo di Angiolillo (cfr. « Due decennali: Il Tempo e Il Giornale», in Nord e Sud, a. I, n. 1). Questo grt1ppo - antagonista di quello che faceva capo al Sansanelli e che nel 1927 si era impossessato del Mattino, con un'operazione finanziata dal Banco di Napoli, allora governato dall'ex squadrista emiliano Frignani oggi investito, dalla fiducia del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, della responsabilità di dirigere l' Isveimer - controllava l'azienda editoriale del quotidiano Il Mezzogiorno; liquidate le passività di quest'ultimo, il Preziosi riuscì a farsi finanziare l'acquisto del Roma dallo stesso Banco di Napoli. Nel 1935, il Banco di Napoli, in considerazione del forte passivo, per evitare la perdita totale della somma sborsata nel 1928 fu costretto a incamerare il pacchetto azionario, come già era avvenuto nel 1930 per Il Mattino, e ad aggravare così i suoi impegni editoriali, non proprio conformi ai suoi fini istituzionali. Anche la gestione diretta dei giornali costituì per il Banco un crescente peso; così nel 1942 il Frignani decise di alienare i giornali; se ne impadronì il consigliere nazionale Achille Lauro, astro montante nei cieli della politica napoletana, protetto dal Ciano al tempo degli affari etiopici. Il Roma entrava dunque nella flotta per non più uscirne: vecchio veliero avariato allora, nave di linea oggi. Infatti, il Roma fu prelevato dal Lauro insieme al Mattino e al Corriere di Napoli (metà del .pacchetto azionario e la gestione) che nel 1949 furono riaccollati al Banco di Napoli, in seguito a pressioni di gruppi democristiani. In quest'ultima occasione Lauro negoziò con la consueta abilità e si fece cedere la testata del Roma, che fino ad allora gli [60] Bibloteca Gino Bianco

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