Nord e Sud - anno II - n. 3 - febbraio 1955

blema dell'assistenza universitaria assumeva ad esempio nel Mezzogiorno dimensioni vastissime; tutto o quasi tutto era da fare: Case dello studente, mense e Collegi Universitari; e v'erano da costruire attrezzature igieniche adeguate; bisognava creare numerose e sufficienti borse di studio. Per le Opere U.niversitarie, appena allora potenziate finanziariamente dalla legge Ermini, s'aprivano così, specialmente nel Mezzogiorno, prospettive d'un lavoro serio ed assai impegnativo. Ma le Università stesse si rivelavano poi del tutto inadeguate quanto a locali, laboratori, biblioteche : occorreva una rilevazione attenta di questi dati, per elaborare un programma di spese da imporre alla attenzione degli Enti competenti. La situazione precaria del corpo insegnante richiedeva pur essa profondi mutamenti: il numero degli ordinari era, ad esen1pio, estremamente ridotto, mancavano gli assistenti. I piani di studi andavano aggiornati; nuove Facoltà dovevano essere fondate, specialmente nelle Isole. Per tutto questo diveniva urgente e inevitabile un accordo fra studenti e docenti. L'Organismo Rappresentativo veniva a perdere ogni carattere sindacale; gli studenti, come parte attiva delle Università italiane, chiedevano ai maestri un aiuto per difendere la scuola nella sua funzione educativa. La lotta politica diveniva anche lotta per la cultura: la rappresentanza universitaria era veramente lo strumento con cui i giovani potevano far valere le loro esigenze; ed erano esigenze di libertà, d'autonomia, di progresso civile. In questo consisteva ~'« iniziativa meridionale>> che l'U.N.U.R.I. conferiva agli universitari italiani. E dal '52 ad oggi ci si è mossi, con coerenza, in questo senso, per quanto la situazione si presentasse assai difficile. Riservandoci di approfondire in altre occasioni opportune tale esame, anche se qui ci si limita, oltre al già detto, ad alcuni dati esemplificativi, questo apparirà evidente. Alla data del Convegno in nessuna Università meridionale esisteva un organismo rappresentativo efficiente; in altre mancava addirittura; la spinta centrifuga rispetto all'U.N.U.R.I. era ovunque assai forte: Bari e Catania ad esempio ne era110 fuori e le altre sedi non pagavano regolarmente i loro contributi. Le associazioni universitarie, goliardiche e non, o non esistevano o erano in crisi. Non v'era alcun g·iornale universitario. I voti comunisti e fascisti erano e sono di molto superiori rispetto a quelli delle sedi del Centro e del Nord. Gli universitari cattolici continuano a manifestare nelle sedi meridionali spiccate simpatie per le destre. L'azione del C.U.S.I. (Centro Sportivo Universitario Italiano), tendente ad avocare a sè gran parte dei contributi studenteschi, e decisamente contraria all'U.N.U.R.I., trovava e trova il suo centro nelle sedi meridionali. E la situazione presenta purtroppo ancor oggi dati estremamente significativi: nell'ultimo Consiglio Nazionale dell'U.N.U.R.I. la sede di Napoli ad esempio è stata sospesa, perchè il contributo per l'U.N.U.R.I. era rimasto fissato in lire 50 per studente, invece delle 200 versate da ormai due anni da tutte le altre sedi. La burocrazia universitaria svolge un'azione di resistenza passiva, o addirittura di aperta ostilità, verso gli Organismi Rappresentativi, specialBiblotecaGino Bianco

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