veva corrispondere anche un'azione politica conseguente, capace di concreti risultati, da svolgersi principalmente negli Organismi Rappresentativi. Così, senza sforzo, dalla relazione introduttiva si passava a quella su « Gli Organismi Rappresentativi e le attività studentesche nelle t1niversità meridionali>> (Lino J annuzzi). Il problema della riforma della scuola assumeva un aspetto sempre più concreto ed era necessaria, per questo, un'azione costante e quotidiana affidata agli Organismi Rappresentativi. Intanto, malinconica consta- . tazione, bisognava crearli e farli vivere: « su questa via siamo portati ad osservare in modo concreto quale sia nell'esempio l'andamento di un Organismo Rappresentativo meridionale; e a prima vista ci colpisce il fatto che esso vive in modo da dover spesso ricorrere ai ·comitati di reggenza e a mutamenti statutari, in balìa di una certa instabilità, di una precarietà, quasi di una irrealtà strutturale che si riflette inevitabilmente stilla efficienza dello strumento... Un. . ' . . ., .. , organismo nostro non e una cosa viva, non esiste c1oe come organ1c1ta, ma vive al di fuori dei problemi e degli interessi schiettamente universitari, si arresta, svanisce nell'atto di inserirsi nella vita universitaria, non sente di proporre un colloquio nel rapporto fra maestri e discepoli ed una maggiore intimita nel rapporto studente-istituto, nella visione e nel sentimento della comunità . . . un1vers1tar1a ». Ma, pur nell'indicazione di tutte queste deficienze, si affermava sempre più chiaramente una precisa definizione dei compiti dell'Organismo Rappresentativo: esso doveva impegnarsi per il rinnovamento dell'istituto universitario; il che non gli poneva già dei limiti, ma creava piuttosto le condizioni per una sua iniziativa politica, l'unica veramente efficace (3 ). Si trattava d'agire per adeguare le Università alle esigenze proprie dei tempi n1oderni. Il pro- (3) Può essere interessante, sempre nella pubblicazione già segn2lata, l'esame delle posizioni degli altri gruppi a ciascuno dei quali venne affidata una relazione. Per il F.U.A.N., Godano, nella relazione su « le condizioni economiche e di studio degli universitari nel Mezzogiorno e nelle isole», non riesce a liberarsi dall'astrattezza e dalla genericità. La verità è che manca ogni consapevolezza della storia italiana. Avendo affermato ad es. che « non ,si può dire che gli studenti universitari del Meridione provengono da determinate categorie », egli perde di vista la con·sistenza etico-politica del problema. Tutta l'analisi scade in osservazioni marginali. 1 Bisogni, per il C.U.D.I., nella relazione su « il problema dell'avvenire professionale degli studenti in relazione alla situazione particolare del Mezzogiorno » imposta in termini rigidamente partitici il problema di una iniziativa universitaria e perde di vista il significato degli Organismi Rappresentativi; tutto viene a confluire nella rivendicazione politica generica ed indifferenziata, della qu,.,le, meglio d'altri, gli universitari dovrebbero farsi portatori. Per la posizione dei cattolici -dell'Intesa si veda la relazione di Barba su « le condizioni delle Università meridionali », pregevole spesso, ma senza che vi sia il minimo accenno ad una proposta politica che interessi concretamente gli Organismi Rappresentativi. Il problema della loro funzione è eluso. _ . [53]· Bibloteca Gino Bianco
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