Nord e Sud - anno II - n. 3 - febbraio 1955

" ha maggioranza quadripartita. Era quindi naturale che la crisi dell'amministrazione comunale di Potenza, scoppiata alla fine di novembre e conclusasi solo ai primi di gen11aio, assumesse un particolare significato politico. Fi11ora le crisi delle amministrazioni provinciali e comunali dei capoluoghi dell'Italia meridionale hanno sempre rispecchiato le difficoltà di una collaborazione tra forze politiche o diversamente schierate sul piano nazionale o che, dopo il successo del '51-'52, attraversano una fase di progressivo sfaldamento. La crisi delle clientele clericali, monarchiche, nazionalfasciste si è riflessa nella vita delle amministra•zioni, dando luogo alle agitate vicende di varie giunte comunali e provinciali di cui hanno parlato le cronache di questi due anni. A Potenza invece la crisi è nata proprio nell'ambito del quadripartito e riflette non le deficienze, le velleità e i litigi delle vecchie consorterie rissose ed inette di fronte ad una situazione che scivola sempre più a sinistra sul piano politico e sociale, ma la difficoltà per le minoranze democratiche di stabilire u11a franca e leale intfsa con L D .C., la quale, incline alle pratiche opportunjstiche, non sempre riesce ad agire nel Mezzogiorno come partito 1noderno, 11eanche là dove, come a Potenza, può sottrarsi al ricatto del 1e destre. Per avere un\dea esatta delle cause e del significato delìa crisi, sarà bene considerare la situazione politica da cui è scaturita, in particolare, la peculiarità della situazione potentina rispetto al resto della Regione e del Mezzogiorno. Nel m3rzo 1946, alla prirna consultazione amministrativa, la D.C. conquistò la maggioranza relativa e potè così formare - con i socialisti del PSIUP e i due comunisti eletti - la Giunta comunale. Rimasero all'opposizione i consiglieri eletti in una lista di cosiddetta concentrazione democratica che comprende a i nittiani, i qualunquisti ed i monarchici; dopo la crisi del tripartito e la scissione socialista, la D.C. ricostJtuì la Giunta con la partecipazione dei socialdemocratici. Nel 1950, in seguito a dissensi sorti in seno alla coalizione, i consiglieri democristiani si dimisero provocando lo scioglimento del Consiglio e la nomina di un commissario prefett:zio. Nella constdtazione elettorale amministrativa del 1952, la vittoria, come abbiamo detto, toccò allo schieramento centrista. !\1a, all'interno di questo schieramento, risultò llna grande sproporzione di forze: la D .C., su 6.679 veti conseguiti complessivamente dai partiti di centro, ne ebbe 4.993, aggiudicandosi 19 seggi consiliari sui 40 dell'intero Consiglio e sui 26 della maggioranza; i socialdemocratici ottennero I .21 I voti e 5 consiglieri; il P .L.I. ed il P .R.I. un consigliere ciascuno. L'opposizione risultò costituita da 5 consiglieri comunisti, 2 socialisti, 3 missini e 4 .monarchici. E' noto che il carattere di consultazione politica, assunto dalle elezioni del '52, fece passare in seconda linea, nella considerazione dei partiti e dell'elettorato, i pr?blemi propriamente amministrativi, per cui la scelta avvenne su programmi generali di partito più che su una meditata considerazione delle esi0 enze e delle necessità locali. C'è da rilevare che a Potenza si ebbero in b BiblotecaGino Bianco

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