Nord e Sud - anno II - n. 3 - febbraio 1955

Tutto questo crea naturalmente molte perplessità che fanno preferire ai datori di lavoro svizzeri l'arruolamento di mano d'onera attraverso i mis- 1 sionari cattolici o- loro fiduciari, espressamente distaccati, con tale incarico, in Italia, nelle zone tradizionali di arruolamento. Eppure anche a questa .situazione, che danneggia soprattutto il Mezzogiorno, si può trovare rimedio; e pensiamo che, senza illuderci, nè voler illudere, sui 150.000 lavoratori italiani che prestano annualmente la loro opera in Svizzera, aimeno 60.000 possano essere reclutati nell'Italia meridionale, purchè gli arruolamenti avvengano attraverso gli uffici provinciali del lavoro e questi, insieme alle Qt1esture ed ai Comuni, dimostrino una maggiore efficienza e sollecitudine. Una preventiva azione, intesa ad orientare l'emigrante sui compiti che lo aspettano e sui suoi diritti, potrebbe essere facilmente iniziata fin d'ora, mediante la diffusione nelle provincie meridionali di quel breve, ma praticissimo notiziario, che viene ora distribuito gratuitamente ai valichi di ingresso in Svizzera: Domodossola e Chiasso. Attraverso questa più oculata selezione della mano d'opera e la preparazione di essa ai lavori per i quali viene richiesta, nonchè attraverso un rapido orientamento preliminare che abbrevi il 1 eriodo e le difficoltà del lavoratore nell'adattarsi al nuovo ambiente, il meridionale potrebbe trovare in Svizzera lo stesso clima di fiducia che già circonda i lavoratori italiani e beneficiare più largamente di quei vantaggi materiali e civili che il soggiorno in un paese ad alto tenore di vita e di profondo spirito democratico sicuramente comporta. Finchè tutto ciò rimane però affidato alla disordinata iniziativa di alcuni, alla furbesca attività di altri o alla sonnolenta diligenza degli organi statali, non vi è speranza che la situazione migliori; sarebbe ingenuo, d'altronde, ritenere che tutto ciò possa cambiare rapidamente e per virtù propria. Ma porsì fin d'ora, come obiettivo, l'invio in Svizzera, sul normale contingente italiano, di 50.000 lavoratori meridionali, è compito realistico, per il quale occorrono solo coraggio, competenza e spirito di organizzazione. G. M. La crisi comunale di Potenza Potenza è uno dei pochi capoluoghi di provincia dell'Italia meridionale in cui è prevalso, alle elezioni amministrative del '52, il quadripartito. Le amministrazioni dei grossi centri delle provincie viciniori si reggono su maggioranze di destra o di democristiani alleati con le destre; la stessa Matera, l'altro capoluogo di provincia della Basilicata, è ammi11istrata da democristiani e monarchici. Nella Basilicata, i comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti sono soltanto 12: nessuno di questi, ad eccezione di Potenza, Bibloteca Gino Bianco

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