graziane transoceanica non rapprese11ta più per gli emigranti dell'Ital1a meridionale ·una larga via di espatrio - un opportuno orientamento di costoro verso l'Europa continentale non costituirebbe un parziale rimedio; e se la Svizzer::i, fra i vari paesi, non potrebbe, meglio di ogni altro, prestarsi a questo esperimento. Il meridionale disoccupato non potrà naturalmente sperare di venire ingaggiato nelle industrie svizzere le qt1ali richiedono un minimo di specializzazione, ma la categoria dei braccìanti e dei manovali potrà fornire ottimi elementi, capaci e laboriosi, così come per il lavoro domestico le provincie meridionali potranno fornire una notevole aliquota del personale richiesto. Ma c'e, invece, 11n altro problema: vorrà e potrà la donna meridionale allontanarsi per cercare lavoro all'estero senza urtare i pregiudizi vecchi e nuovi del luogo di origine? E l'uomo meridionale sarà disposto ad inserirsi in un sistema di vita che, come quello svizzero, è attentamente regolamentato in ogni suo aspetto disciplinato in ogni ·sua manifestazione e che, come tale, richiede già la conoscenza di taluni principì di vita associata, e la capacità di muoversi con una certa disinvoltura in una società complessa e riccamente articolata r Sono capacità, soprattutto quest'ultima, che l'uo1no meridionale possiede, allo stato potenziale, in sommo grado, e comunque in misura uguale ai lavoratori di altre regioni d'Italia; ma egli le manifesta con grande difficoltà in quanto la pesante atmosfera paesana del Mezzogiorno fa spesso di lui un essere impacciato e disorientato, allorchè le circostanze lo portano a vivere in paesi ad alto tenore di vita. Al suo confronto, il settentrionale part~, invece, favorito, poichè egli trova in Svizzera elementi del suo stesso paese, precedentemente emigrati e perfettamente assuefatti all'ambiente, che lo indirizzano, lo assistono, gli facilitano insomma i primi contatti con il nuovo ambiente. In Svizzera è infatti in atto, e si va sempre più sviluppando, una forma di arruolamento per cooptazione, dal quale il lavoratore meridionale è per ora escluso. E' bensì vero che, teoricamente e secondo la procedura stabilita nel trattato italo-svizzero di emigrazione, il datore di lavoro dovrebbe rivolgersi, per ottenere l'assegnazione della mano d'opera di cui abbisogna, all'Ufficio Emigrazione dell'Ambasciata d'Italia o ai Consolati, ma in realtà egli tende a sottrarsi sempre più a questo sistema che tra l'altro comporta certe spese amministrative ed una trafila burocratica non sempre snella ed efficiente. Il datore di lavoro preferisce, infatti, il più delle volte, rivolgersi ad elementi già provati perchè gli forniscano indirizzi di parenti od amici della stessa zo11a, oppure ricorrere ai missionari cattolici - tutti del Settentrione -· perchè gli procurino i nominativi di altri operai da loro conosciuti. Nella rea!t~ si verifica, quindi, un intenso arruolamento paralegale, vincolato alla s0lid2rietà delle parrocchie, del campanile, del parentado; e contro di esso non sono efficaci nè le proteste delle autorità ufficiali, nè gli accorgimenti Bibloteca Gino Bianco
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