Nord e Sud - anno II - n. 3 - febbraio 1955

Si deve alla energia di Egidio Reale, rappresentante italiano a Berna un meridionale che ha fatto dei problemi dell'emigrazione il banco di prova dei rapporti italo-svizzeri -- se l'odiosa discriminazione non è mai stata, di fatto, applicata; e a lui si deve se una corrente, sia pure esigua, di lavoratori delle provincie meridionali trova, ora, in Svizzera, possibilità di siste- . maz1one. Per con1prendere a fondo i problemi dell'emigrazione italiana in tale Paese è necessario tenere presente come la sua economia si sia prodigiosamente sviluppata negli ultimi anni, grazie alla politica di neutralità durante la guerra, alla temporanea assenza della Germania da taluni mercati europei ed alle intense relazioni commerciali con i tutti i paesi del blocco sovietico (il reddito nazionale che nel I938 superava di poco· i 2 miliardi di dollari è aumentato a miliardi 4,40 nel 1947; 4,60 nel 1948; 4,78 nel 1950; 5,11 nel 1951 ed ha raggiunto i 5,29 nell'anno successivo). Inoltre, benchè estranea alle varie iniziati ve europeistiche, la Confederazione partecipa attivamente al sistema OECE e beneficia largamente delle misure di liberalizzazione degli scambi e delle facilitazioni al turismo concordate nell'area dei paesi aderenti a tale orga- . . n1zzaz1one. In sostanza, se è vero che per l'economia svizzera si sono verificati, nel1 'immediato dopoguerra, favorevoli congiunture che ne hanno stimolato l'attività, è ugualmente vero che in seguito ad una accorta politica economica e finanziaria si è riusciti a consolidare una situazione iniziale di vantaggio e a fare di questo Paese t1no dei più solidi e ricchi d'Europa. Ciò ha portato progressivamente all'assorbimento di tutte le forze lavoratrici locali, all'aumento di popolazione e nei centri urbani di produzione all'incremento dell'attività edilizia civile ed industriale, all'elevazione del tenore di vita generale e 2lla conseguente rarefazione di mano d'opera nei centri rurali. Pertanto, mentre gli svizzeri trovavano occupazione 11elle categorie meglio remunerate, venivano offerte alla mano d'opera straniera ampie possibilità di lavoro nei settori maggiormente investiti dalla favorevole congiuntura. Più limitata, ma ugualmente sostenuta, era anche la richiesta, da parte di taluni settori industrìali, di operai specializzati, mentre l'enorme aumento del traffico turistico esigeva, a sua volta, un maggior numero di lavoratori per l'industria alberghiera. Secondo i dati ufficiali svizzeri, il movimento turistico forestiero era passato, infatti_, da 2.817.000 presenze nel 1952, a 3.196.589 nel 1953 e a 5. 78 I. 752, se si calcola anche il turismo in terno ed i soggiorni di cura; con un totale di 22 milioni e mezzo di pernottamenti. In conseguenza di ciò si è ritenuto opportuno, da parte svizzera, far làrgo ricorso all'emigrazione straniera, la quale, come è legge di ogni emigrazione, viene chiamata ad occupare i posti lascìati liberi dai nazionali in quanto peggio remunerati e assai più faticosi. Di preferenza tale richiesta si è indirizzata verso l"Italia, in parte per n1otivi tradizionali - una certa corrente emigratoria verso la Svizzera è sempre esistita -- in parte perchè la mano d'opera italiana BiblotecaGino Bianco

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