Nord e Sud - anno II - n. 3 - febbraio 1955

neità dalla società italiana)) (36 ) (si legga il contadino e l'operaio). Ed alla enunciazione del principio segue l'abbandono autobiografico: « quellò che . . . . . '' . mi aveva co1 lpito nel contatto con questi uom1n1 nuovi, con quei preistorici" comunisti di Orgosolo era la capacità di una vita, di una naturalità tra noi persino dimenticata, sconosciuta. Se pensavo agli intellettuali, ai dirigenti politici a cui siamo abituati, era un confronto umiliante, ma al tempo stesso rigeneratore. Tornavo a credere all'uomo nuovo, al['uomo ancora vivo... I loro problemi erano veri problemi, le loro credenze vere credenze, le loro parole vere parole. Parlavano poco, con voce sicura, con gesti gravi e lenti, con ling11aggio secco e vivace... Si stava con [oro co·n tranquillità, con fare spontaneo, sincero: la comunicazione si rendeva umana, profonda, vitale. Se non avevano voglia di parlare stavano -a!lungo in silenzio, tranquilli ... )> ( 37 ). E finalmente il supremo vaticinio: « Noi "cristiani ed europei" non siarr10 neppure più in grado di capire questo nuovo uomo. La storia - come essa si sta preoccupa1 ndo di dimostrare - non è più _peròdi noi "cristiani ed europei": è di questi uomini ingenui e preistorici, dell'uomo nuovo dei tempi coloniali )> ( 38 ). Tutto ciò è assai rjdicolo e insie1ne estremamente penoso: non si può polemizzare contro queste cose, tanto è desolante l'incultura, la scarsa meditazione delle vicende storiche e politiche e morali, tanto è stolida, finalmente, questa posizione · di decadenti alla ricerca disperata del nuovo e forte a cui appoggiarsi, che s'ubriacano di parole prive di senso, che nascondono nelle previsioni apocalittiche non so più quale incurabile malattia, !l'estraneità al mondo di ct1i fanno parte e che tuttavia sentono vecchio solo perchè non l'hanno compreso e non potranno mai comprenderlo, il torbido gusto del crollo totale e di un'immagi·naria catarsi di cui sono incapaci e che attendono da altri. Qui si nasconde, sotto parole e schemi mentali in apparenza diversi, tutto ~'irrazionalis1no del nostro secolo, quello che per certi versi ha messo capo al fascismo e al nazismo, a tutte le storture menta1 li e morali che si sono dovute vedere. Non si troverà, dunque, in questa Inchiesta una seria indagi 1 ne delle (36) Inchiesta, p. 229. (37) Inchiesta, p. 230; e più avanti, p. 231: « tornava in me parlando con l'orgolese, la vera figura di Socrate - l'ironia della catarsi ( ?) - non il Socrate sofisticato (?), il Socrate dei professori ( !), bensì il Socrate dei greci, il Socrate dei pastori ! ». (38) Inchiesta, p. 230. Bibloteca Gino Bianco

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