vecchi proprietari e [i aveva uccisi. Dodici giovani imputati erano stati portati in tribunale : tutti avevano un alibi fortissimo, meno uno. Messo a confronto con un suo cugino che diceva di odiarlo, riconosciuto, non avendo neppure accennato una risposta, benchè non vi fosse nessuna prova contro di lui questi era stato condannato. L'avvocato difensor~, di fronte a quell'insano comportamento era disperato. Il conda1 nnato sta due anni in carcere, poi scrive al Procuratore: ricorda finalmente dove si trovava il giorno dèl~a rapina: era andato a Macomer in treno, conservava il biglietto ferroviario, anzi era stato mu1 ltato, aveva un testimone che lo poteva riconoscere, un prete che aveva viaggiato con lui. L'avvocato difensore, sia pt1re irritato contro lo stesso imputato, fa riaprire il processo: si constata che la mu1 lta, intestata al nome dell'imputato corrisponde al giorno della rapina, il prete lo riconosce e viene asso[to [sic!] . In camera charitatis l'avvocato difensore ora chiede all'orgolese: « Come è possibile che tu avevi dimenticato un alibi così formidabile? ». « Eccellenza, ri-. sponde l'orgolese, io ho partecipato a quella rapina di cui ero imputato. Mio cugino, quelllo stesso che mi ha accusato, è partito per conto mio quel giorno in treno a Macomer, si è fatto multare dando il mio nome, si è fatto notare da quel prete. Se parlavo al processo, la multa risultava, ma il prete non avrebbe conosciuto me, come ha fatto ora dopo due anni: avrebbe conosciut? mio cugino che mi somiglia )) (17 ). Va'leva la pena di citare per intero questa pagina: perchè anche a quel tempo ci sarà stato un Cagnetta a pronunciare parole tonanti contro l'ingiustizia della condanna di chi era in effetti un rapinatore ed un omicida. Indubbiamente la polizia, i carabinieri, insomma quelli che di solito devono essere i custodi dell'ordine e il braccio secolare della giustizia, hanno agito e agiscono in modo troppo sbrigativo, violando a volte la legge. Si deve dire, però, che ~e pratiche che il Cagnetta condanna, e che sono. in realtà alquanto discutibili, erano state necessitate da una situazione veramente straordinaria: tra il 1950 e il 1954 sono avvenuti in Orgosolo almeno ventisette omicidi, senza contare gli altri reati gravi attribuiti ad orgolesi, dall'aggressione contro ~n'auto dell'Ente per la lotta contro la malaria che portava nove milioni di banconote (tre carabinieri uccisi) all'omicidio dell'ing. Capra; altri tre carabinieri erano uccisi in un conElitto a.fuoco con banditi il 9 settembre 1950, e altri due il 9 maggio. Sono ( 11) Inchiesta, pp. 177-78. Bibloteca Gino Bianco
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