Sono punti éSSenziali p~r chi - fuori da quelle meccaniche giustapposizioni e da quelle integrazioni puramente quantitative di piani e di cose diverse, che il Ragionieri non a torto depreca - voglia mirare ad una considerazione organica e fortemente dialettizzata della società italiana e delle sue forze, che rispecchi tutto il ricco gioco di azioni e di reazioni onde n~J cinquantennio dello Stato liberale si attuò la progressiva riduzione <legli elementi della vita italiana che ne erano suscettibi~i al comune denominatore di una moderna vita poLtica e di un più alto livello civile. Al chiarimento di quest1 punti dà in effetti un contributo no-- tevole il saggio del Ragionieri, che ha pertanto in ciò, e non nel pretenzioso spunto mctodologic0 che vi è premesso, la sua interna e innegabile ragion d'essere. J:-.:d e appunto in tal ·senso che si può rispondere senz'altro affermativamente alla domanda che, in ultima analisi e con notevole e significativo restringimento dell'assunto prima tentato, il Ragionieri pone nella sua prefazione: « E' degna di interesse oggettivo oppure non lo è ur a indagine che tenda ad accertare non solo il costituirsi e l'organizzarsi in movimento di classe dei gruppi so:iali subalterni, ma studi anche il contributo, talora detf!rminante, che questi gruppi hanno <lato allo sviluppo della storia di tutto il Paese? ». Il Ragionieri disegna con nitido tratto l'evolversi della vita politica di Sesto Fiorentino fra il 1860 e il 1922. Precede, e in parte accompagna, questa ric:ostruzion~ uno schizzo (che, per quanto sommario, pure aiL ta f iù di una volta a intendere situazioni altri men ti non chiare) dell'evoluzione ,della cittadina toscana da borgo ancora p_revalentemente rurale nei primi tempi dell'unità a fiorente centro industriale nei primi anni del secolo nuovo. Il quadro appare dominato dallo svilupparsi di una opinione pubbl"ca piccolo-- borghese, artigiana, operaia, il cui oriç.ntamento evolve dall'iniziale repubblicanesimo delle società di mutuo soccorso e delle coop~rative di ispirazione mazziniana ad un socialismo che non riscuote tutt~ le simpatie del Ragionieri, come r.he abbia peccato a suo parere di una v:sione angustamente municipalistica dei problemi e si sia accontentato di una non sempre assai spinta azione riformistica in tal senso. In ciò si rifletterebbe anche <c. la sottovalutazione, costante in tutta la socialdemocrazia italiana, del problema d_lle> Stato e della conquista dello Stato da parte della classe oper~ia »; criterio di giudizio non sapremmo dire fino a qual punto attend~bile, cons:derata l'effettiva possibilità d'azione che la situazione italiana obiettivamente offrì al partito ~ocialista fino a tutta la prima guerra mondiale. Ma non è questo nel libro del Ragiooieri, che pur non manca di obiettivi e leali riconoscimenti, l'unico caso di giudizi influenzati da criteri inadeguati o f uor di 1 uogo. Fra il 1892-93( annate di pessimi raccolti e crisi di occupazione, aggravate da torbidi più che giu·st:ficati dalle condizioni in cui piombano operai e contadini) e i moti del '98 si hanno gli sviÌuppi culminanti e decisivi per le sorti della lotta politica a Sesto. Nelle elezioni amministrati ve del luglio 1899 i socialisti conquistano con larga maggioranza il Comune, che dappr;ncipio governano in un:one con i repubblicani. Dal municipio essi attuano un programma « che s'im... pernia sostanzialmente intorno a tre punti: costruzione di nuovi edifici scolastici, istituzione di aziende municipalizzate e appLcazione di un orientamento più democratico nella finanza locale»; e [127] Bibloteca Gino Bianco
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