Nord e Sud - anno II - n. 3 - febbraio 1955

I un lato e Omodeo dall'altro, era che quest'ultimo era costretto ad una polemica quotidiana, estenuante, con la « sinistra >>, mentre Dorso riteneva opportuno sottova1lutare la pression~ di quell'a!la del partito. D'altra parte, però, quando Dorso venne a~Napoli, trovò la struttura del giornale già formata da Pasquale Schiano e dai suoi amici, tutti reclutati fra la « sinistra >). Egli venne così a trovarsi senza effettivi poteri sulla amministrazione, ed a dirigere una redazione a lui affatto sconosciuta. Nè, per temperamento, era un lottatore; lasciò correre, anche se cercava di convincersi di aver agito « politicamente », dato che per forza, dapprincipio, bisognava accettare ~a situazione, salvo poi a modificarla col tempo. Ma sentiva di essere stato debole; e s'infastidiva quando Guido \ Macera veniva a dirgli che, se lui voleva fare ila lotta al «trasformismo))' non poteva accettare i1 n casa propria una situazione in cui g[i accesi toni di « sinistra)) non celavano che manifestazioni di classico trasformismo clientelistico meridionale. Nè di contatti con gruppi sociali ed economici dirigenti era a parlare, sia perchè il dinamismo non era una caratteristica de:lì'autore di Rivoluzione Meridionale, sia perchè egli stesso avvertiva la fragilità dello strumento che gli avevano messo tra ~e mani. Andò a far visita, invece, a Benedetto Croce. Teneva moltissimo ai suoi rapporti col filosofo, perchè gli sembrava, così, di rendere plasticamente la continuità del pensisero meridionale. Mi raccontò di aver detto, ad u·n certo punto della conversazìone: << Senatore, sono [iberale anch'io ». <( Allora - gli aveva risposto Croce - perchè non state nel Partito Liberale? >>. « Perchè ad Avellino nel Partito Liberale ci sta Rubilli )>. « E chi è Rubilli ? un criminale, u,n poco di buono ? )>. « :r~ o, è un gran galantuomo, ma è sempre stato in consorteria con la vecchia classe dirigente >). Qualche tempo dopo, quando, a scissione del P. d'A. avvenuta, Manlio Rossi Doria andò a Trinità Maggiore a trovare Croce, e gli disse che proprio perchè si sentiva liberale era passato nel Partito Socialista, allo scopo di modernizzarlo, don Benedetto rievocò la visita di Dorso, e concluse malinconicamente che le cose della politica italiana erano veramente strane, se i liberali si rifiutava,no di militare nel partito libera'le. Ma Dorso, tornando da casa Croce, mi diceva che era comprensibile il fatto che il ~losofo non sentisse la necessità di differenziazione e di opposizione che la nuova classe d~rigente postfascista avvertiva di· fronte alla cla~e .Bibloteca. Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==