si sarebbe venuti incontro alla Calabria ( non saremo certa1nente noi, che nel primo numero di questa rivista abbiamo richiamato l'attenzione sul problema dello spostamento dei centri abitati, a sottovalutare l'esigenza di intervenire risolutamente sulle condizioni dell'Appennino calabrese), ma si sarebbe evitato: 1) il costo di un nuovo organo; 2) la separazione delle competenze, a danno del coordinamento, fra bonifica al piano e interventi sulla montagna, fra interventi sulla montagna ad opera della Cassa e interventi ad opera del previsto Commissariato civile; 3) il privi/e gio di una legge a favare di una regione, con il relativo insorg·ere di analoghe aspirazioni da parte di altre regioni, con il connesso rischio di passare da ttna politica coordinata per settori .. ad una politica dispersiva per circoscrizioni elettorali. SUL sETTI11ANALE Basilicata, che rivela sempre, nelle sue coraggiose prese di posizione, un alto senso di responsabilità politica ( e che vorremmo, perciò r additare all'attenzione degli osservatori politici), leggian10 questa volta un giudizio molto grave sul funziona1nento degli Enti di Riforma: "Gli Enti di Rif ortna agraria - sui quali incombe la responsabilità storica dell'esito della riforma - non funzionano, salvo eccezioni, con quella concretezza ed intelligenza di vedute che si rendono necessarie. Il vizio della loro attività, non sempre corrispondente alle reali esigenze, risiede indubbiamente nell'eccessiva politicizzazione e burocratizzazione dei servizi. Dal che derivano le più volte lamentate discriminazioni o la lentezza, tutta orientale in certi casi, con cui si effettuano le operazioni di presa di possesso e di consegna delle terre. Non mancano aperte violazioni della legge stessa se è vero, come è vero, che si è talvolta proceduto ad assegnazioni di terre scorporate senza sorteggio o con criteri preferenziali del tutto arbitrari. L'aver poi, in taluni casi, preteso dall'assegnatario per rimborso anticipazioni e prime rate circa il 70% della produzione, è un fatto che rivela un orientamento speculativo, se non addirittura fiscale, nell'attività dei centri di colonizzazione ". Questo giudizio viene a confermare ed aggravare la nostra in1pressio1z~: ora è un mese scriveva1no, infatti, che negli ultimi tempi sono diventati più frequenti i casi in cui gli Enti si mostrano incapaci di resistere· alle indebite pressioni e ai tentativi di favoreggiamento. Il processo di deterioramento del- /' azione di rifortna nel A1ezzogiorno richiede ttna urgente azione di raddrizzamento; certe zone d'ombra devono essere rischiarate; i responsabili della politica degli Enti devono essere garantiti dalle pressioni politiche locali; nè il vescovo nè la direzione provinciale democristiana, nè il parroco nè la sezione comunale del partito di maggioranza, devono avere nulla a che fare con la Riforma agraria, che non è "opera del regime", ma impegno assunto dallo Stato. Bibloteca Gino Bianco
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