Nord e Sud - anno II - n. 3 - febbraio 1955

l1indagt~e del Notiziario Statistico dell'l.N.A.l.L. si riferisce al totale dei com: plessi industriali._ Qui si trova un au_mento costante c/,ello' ccupazione operaia, dai 3.118.210 del I951 ai 3.243.246 del 1952, ai 3.438.568 del 1953. Ecco i dati per ripartizione geografica: Italia Settentrionale )) )) )) Centrale . . . . . Meridionale . . Insulare . . . . . 1951 2 -207·494 479.434 279.389 151.893 I 1952 1953 2.263.730 2.361.916 507·723 527.726 3o3.o39 352 ·234 168.754 rç)(i.629 Secondo queste cifre, ci sarebbe stato quindi un aumento complessivo dì occupazione, fra il 1951 e il 1953, di 320.358 unità; delle quali 154.422 (48,8;~) nell'Italia settentrionale, 48.292 (15,5%) nell'Italia centrale, 72.845 (22,1;~) nell'Italia meridionale e 44.799 (13,6%) nell'Italia insulare. C,ome si vede la diversità delle cifre porta a una diversità di conclusioni. Peraltro tutte queste cifre non sono rapportate alle realtà demografiche cui si riferiscono. Si tratta quindi di statistiche che lasciano il te1npo che trovano; è, cornunque, sconsolante il fatto che in Italia quando due enti, amministrazioni o istituti si occupano del medesimo settore, ne vengono fuori indicazioni così contraddittorie. Se fra queste indicazioni vogliamo poi cercare quella che più si avvicina alla realtà, ci sembra debba prevalere quella meno ottimistica per il Sud. Basterà stralciare dalla pubblicazione dell' I.N.A .I.L. alcuni dati regionali siti numero degli operai occupati nei tre anni considerati: Piemonte Lombardia Liguria Puglia Basilicata Calabria 1951 . . 512-533 972:·35 1 16r.361 63.534 9.758 32.698 1952 • • 520.187 965.640 168.211 7 1·3°3 14- 043 38.793 1953 ~ . 530.046 1.029.306 167.409 86.726 16.912 48.615 Di qui è facile rilevare che l'aumento di occupazione operaia effettuatosi nella sola Lombardia tra il 1951 e il 1955 (56.955 unità) supera di molto quello avutosi co1r1plessivamente in Puglia, Basilicata e Calabria (46.263). Sarebbe troppu pretendere, quindi, dalle pubblicazioni ufficiali una maggiore discrezione? una meno semplicistica documentazione? un riguardo doveroso verso i destinatari della documentazione stessa? Questo richia1no è da noi tanto più sentito in quanto c_onsideriamo nel giusto valore l'importanza di una simile pubblicazione, altre volte da noi apprezzata per la funzione di informazione svolta. Ma, per non decadere nel!' abituale sciatteria della uf ficiosìtà nostrana, bisogna che ognuno abbia precisa consapevolezza del proprio compito: che è, nel caso specifico, di assicurare la pubblicità democratica dell'azione di governo, non di suggerire valutazioni ottimistiche a premurosi laudatori. Bibloteca Gino Bianco

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