Nord e Sud - anno II - n. 3 - febbraio 1955

un carneade del P.L.I. anzichè un esponente della cultura liberale, tra iniziative di zelanti questurini, incontri ad alto livello con gerarchi fascisti e manifesti che proclamano la raggiunta "unità nazionale" per il voto alla Camera sull'U.E.O., sta lavorando proprio nel senso opposto a quello 1~ndicato dalle preoccupazioni di Spadolini. E qui si deve tener presente che l'on. Togliatti ha fatto appunto valere, come ha notato Enzo Forcella sulla Stampa del I 5 gennaio, una esortazione a "saper distinguere, fra tutti coloro che vi stanno intorno, gli a1nici ed i nemici, gli indifferenti che possono diventare amici ed i nemici che possono diventare indij ferenti ", perchè in tutti i gruppi dello schieramento politico " vi sono ancora forze -da accostare e da convincere". Questo è il tema della politica di " vertici ". Enzo Forcella considera poi che "può essere una illusione pensare di dividere, dal di fuori, le masse dai loro quadri. Non lo è il ritenere che, quanto più ci si avvicinerà alle esigenze di politica interna che esse prospettano, tanto più si accentuerà la loro riluttanza ad impegnarsi nelle carnpagne di politica estera verso cui vengono sollecitate dai dirigenti. La realtà comunista è una realtà assai complessa; se ci si vuole, come si deve, misurare con essa, il primo dovere è di conoscerla quanto più esattamente è possibile n. Ora sta avvenendo che, invece di avvicinarsi alle esigenze prospettate da quelle che Forcella chiama "le masse" distinguendole dai "quadri'~, il Governo segue una linea che porta alla saldatura tra " masse" e " quadri". Anche il modo come si è sviluppata la politica dei patti agrari sotto la spinta del fronte malagodiano-padronale, e certe reticenze dell' on. TI anoni nel presentare il suo "schema per un programma di sviluppo dell' econoraia italiana", sono un'eloquente dimostrazione di una politica che viene meno ad obiettivi fondamentali. A PROPOSITO delle reticenze dell' on. Vanoni nel presentare il suo "schema per un programma di sviluppo dell'economia italiana'', me~te conto di ribadire, in questa rivista meridionalista, il dubbio e la richiesta di chiarimento avanzati dall'amico Scalfari su Il Mondo del 18 gennaio: "e cioè quali misure si intende adottare in sede di esecuzione del piano per spezzare le concentrazioni monopolistiche ed ampliare il raercato ''. E' da tempo, prima ancqra che Nord e Sud vedesse la luce, che noi facciamo addebito al Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno ( che dovrebbe coordinare la politica della Cassa con tutta la politica economica) di non aver trovato il modo di svuotare la polemica comunista contro i monopoli elettrici e chimici, e soprattutto di non averci dato il suo punto di vista sul rapporto che intercorre tra i prezzi dell'energia elettrica e dei concimi da un lato, e i costi dell'industrializzazione e della trasformazione fondiaria nel Mezzogiorno dall'altro. Ora lo stesso addebito, a maggior ragione, dovrenimo muovere all' on. Vanoni, per le sue reticenze a proposito di un Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==