mero dei frequentanti, giovani e adulti, e per il contributo alla lotta contro l'analfabetismo, è dovere del1 lo Stato continuare l'azione intrapresa, ed estenderla, non tanto con l'aumento del numero dei corsi, quanto fornendo a1 lla scuola popolare le garanzie della continuità e di un serio e organico insegnamento. Per la Basi!licata, in particolare, sarebbe necessario e giustificato ogni intervento, per quanto massiccio, al fine di attuare la lotta integrale contro l'ana1lfabetis1no; pertanto, si rjchiedono istituzioni più adeguate che comportano, a prima vista, l'erogazione di ingenti somme. Ma, in realtà, le esigenze finanziarie possono notevolmente ridursi, per cui c'è da chiedersi perchè ancora non si ponga mano all'opera. Infatti, a convincercene, basterebbe pensare alla facile utilizzazione dei maestri (i quali, per altro, devono essere meg1io trattati economicamente) sia nelle ore libere dal normale servizio scolastico, sia in qualche periodo delle vacanze estive; I a:Ilo spontaneo contributo dei cittadini istruiti e volenterosi; all'attività delle associazioni e delle organizzazioni politiche, si1 ndacali, religiose. Anche il servizio militare potrebbe rappresentare, p.er gli arruolati analfabeti, un 11tilee realizzabile periodo di istruzione. Il Gruppo Lucano, condividendo ,l'impo~tazione data dall'Unione al problema generale dell'educazione degli adulti, fa proprio il piano predis11ostoper la creazione dei centri di cultura popolare. Tale piano apre larghe prospettive di lavoro in questo campo. Perchè avanzi il grado di civiltà della regione !lucana devono sorgere nuove scuole e istituzioni, per i fanciulli e per gli adulti; perchè si attenuino i segni della generale depressione devo110scomparire le miserie della scuola. « Non lasciate che ci siano scuole prive di mezzi - ha detto in Italia l'educatore svizzero Pierre Bovet, usando le stesse parole già rivolte ai suoi connazionali - Una scuola povera è sempre il segno di una povera democrazia )> ( 6 ). ( 6 ) Dalla conferenza, tenuta dal BovET a Cagliari il 10 maggio 1950, in occasione di quel convegno medico-psico-pedagogico. Bibloteca Gino Bianco
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