Nord e Sud - anno II - n. 2 - gennaio 1955

• . in alcuni Comuni, non essendo stato possibile trovare comunque una sede, gli asili non hanno funzionato, come a Calcia,no, Coilobraro, Garaguso, Nova Siri, Oliveto Lucano, Rotondella, San Giorgio Lucano, Valsinni, ecc. In tali Comuni - riferisce l'ispettore sco!lasticoDomiziano Viola - le sc1101ematerne, gestite dall'Ente Pugliese di Cultura fino al 1943, non hanno potuto in seguito funzionare per assoluta mai:icanza di [ocali. In queste condizioni si chiariscono le ragioni della scarsa frequenza agli asili, che è fra le più basse d'Italia: a!l bassissimo rapporto di scuole rispetto a 1000 bambini i1netà prescolastica (2,9 media regionale, 4,3 media nazionale, nel 1945-46), corrisponde un rapporto egualmente basso di a1 lunni iscritti (280 media regionale, 359 media nazionale per 1000 bambini in età prescolastica). Nel 1946-47 si hanno ancora 2,9 scuole con 256,9 alunni per 1000 bambini i1nBasilicata, mentre la media nazionale è di 4,5 scuole con 355,9 bambini per 1000. Lo sviluppo delle istituzioni prescolastiche degli anni 1926-27 è stato agevolato dalla munifica iniziativa degli Enti e dei privati (J'Opera Nazionale per glli Orfani del Mezzogiorno, l'Associazione per g1i interessi del Mezzogiorno, !l'Ente Pugliese di Cultura, Giustino Fortu 1nato, i fratelli Bonomo e altri privati benefattori hanno provveduto stabilmente di patrimonio, di locali e di arredamento gli asili di alcuni Comuni; infine, il Vaticano ha recentemente costituito una sede appropriata per l'asilo di Rapolla). Ciò nonostante, è appena il caso di rilevare quanto le pur lodevoli iniziative siano numericamente scarse di fronte alle reali esigenze e quali, . d'altra parte, siano le condizioni sfavorevoli, determinate dal fatto certo della manca,nza di locali, su cui ci si è voluti soffermare, perchè le attuali situazioni di ripiego vengano superate. Esse riguardano anzitutto i Comuni sprovvisti di asilo, eppoi [a quasi totalità <legli esistenti: tra cui soprattutto quelli dipendenti dai Con1uni. La peggiore situazione di questi, e quindi la loro più urgente esigenza, è accertata dal calcolo che ha permesso di stabilire - ricavandolo dai dati ufficiali - che le scuole dipendenti dai Comuni hanno minor numero di aule; mentre infatti una scuola dipendente da istituzioni religiose o da privati dispone di 3,8 aule o ambienti e una scuo!la eretta in Ente rnorale dispone di 3,5 aule o ambienti, una scuola affidata aa Comune ha in media solo 2,6 aule o ambienti sco:lastici. , Bibloteca Gino Bianco

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