Nord e Sud - anno II - n. 2 - gennaio 1955

più possibile l'importanza politica ed elettorale della scissione laurista, sottolinearne il carattere personale, svelarne il sottofondo di ambizione e di interessi econon1ici. Chi poi volesse insinuare che la scissione è stata l'inizio della decadenza di tutta la destra mon·archica in Italia, non tarderebbe ad essere aggTedito dalla retorica del citato epigono scarfogliano che parafrasa - manco a dirlo! - un vigoroso motto di d'Annunzio : « tutti uniti, e convinti tutti di mantenere questa unità, depurati piuttosto che non indeboliti dalle crisi dolorose passate, i monarchici italiani, a Milano, non devono aver paura di aver coraggio>>. Dopo essersi servito del notevole prestigio elettorale di Lauro ed averlo bellamente giocato - all'indomani della scissione - sul piano del controllo sui parlamentari, lo sforzo di Covelli è stato quello di ostentare, nei lavori del congresso, la sua « coerenza ideale in contrasto con l'affarismo di Lauro>> - nel riferirsi - senza avvertire soluzione alcuna di continuità - ad una linea politica costantemente seguita, da quando al ciellenismo « si oppose la prima ricostituzione di un partito nazionale monarchico >), « nel quale si tennero fondamentali le esigenze religiose cattoliche degli Italiani; si ebbe l'urgenza del rinnovamento sociale per una giustizia economica tra tutti i cittadini; si conservò il rispetto della libertà, il rispetto della costituzione, si fusero, insomma, tutte le istanze di un popolo che in nessun modo voleva essere avulso dalla propria storia>). Al suaccennato sforzo dell'on. Covelli non si può negare abbia corrisposto un certo successo, quando si rifletta al fatto che neppure « il Sovrano ancora in esilio )>ha potuto fare a meno di instillare più affettuoso calore nel suo messaggio augurale al congresso del fido Covelli, di quanto non ne abbia versato in quello - più laconico - inviato, per analoghe _circostanze, all'apostata Lauro; nel quale ultimo messaggio, l'accenno alla « auspicata concordia di tutti al servizio della Patria>> suona implicito rimprovero. Quanto poi al corteggio di uomini dal fallimentare passato, i due tronconi monarchici sono sul piano di un'ancora più spietata concorrenza, la quale pare, oggi come oggi, volgere a vantaggio del P.N.M., che, a contropeso di un ex-ministro fascista, come Lessona, può allineare almeno una pentarchia di ambasciatori dell'Asse; oltre allo sconcertante invito fatto a Guareschi, di entrare ufficialmente, all'uscita dal carcere, nei ranghi legittimisti. Quanto ad una valutazione più approfondita di tutta la declinante vicenda della destra nazio11alista, specialmente nel Mezzogiorno, dove tale vicenda ha avuto ed ha la sua maggiore ampiezza, il discorso va rinviato ad un altro prossimo momento. Per quanto riguarda più particolarmente il significato di questi due congressi monarchici, nulla di nuovo, come s'è visto. Sia che appaiano disperatamente tesi verso un possibilismo che è difficile realizzare data la pesante ipoteca del loro passato, sia che a quest'ultimo più spavaldamente si riferiscano, il P .N .M. ed il P .M.P. continueranno ad essere da noi considerati come le due componenti di una sola unità spirituale, arbitrariamente divisa dall'empietà degli uomini. N. A. [66] BiblotecaGino Bianco

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