poteva con estrema disinvoltura raccattarli e farsene arma preziosa ed insostituibile nell'opera incessante di proselitismo. Ed è appena necessario dire che i più pronti a far propri questi motivi, e soprattutto quello centrale ed ispiratore· del ruolo che la cultura può e deve svolgere nella costruzione dello Stato moderno, sono stati i comunisti, anche se, naturalmente, non sono riusciti a nascondere del tutto che per loro si tratta, in sostanza, di merce di accatto. Ora, se si dà uno sguardo appena superficiale all'organizzazione dei circoli di cultura esistenti nel Mezzogiorno, si vede che la battaglia, sferrata dalle sinistre con quella metodicità che le contraddistingue, rischia di andare a buon fine se non vi si pone rimedio con una certa urgenza. Facendo uso di nomi e d'insegne cari alla tradizione meridionalistica più genuinamente liberale, da Francesco De Sanctis a Guido Dorso, invadendo e servendosi di ogni campo della cultura, e anche di quelli, come il cinematografo, che hanno la possibilità di esercitare una forza di attrazione e di suggestione molto forte, la battaglia è condotta con abilità consumata e con fervore instancabile. A Napoli, l'associazione « Cultura Nuova>> ed il « Circolo Napoletano del Cinema>) sono tipiche associazioni frontiste, fra di loro formalmente indipendenti, ma di fatto collegate attraverso la presenza simultanea dì due o tre persone nei consigli direttivi di entrambe le associazioni. A Caserta, rassociazione locale di cultura invita personalità comuniste a tener conferenze all'insegna di Francesco De Sanctis; a Santa Maria Capua Vetere la pressione culturale si esercita nell'ambito di un circolo universitario; ad Avel1ino si largheggia nel dare al circolo locale un'impostazione apparentemente liberale; a Benevento il nome di Guido Dorso serve a mascherare un'attività tipicamente di partito, tanto che quel circolo sembra non avere neppure una sua propria struttura organizzativa; a Potenza si ripete l'etichetta dell'associazione frontista napoletana e nelle Puglie ci si affida in modo particolare al cinematografo, agend in modo centrifugo sul circolo esistente a Bari - che pur essendo ancora formalmente aderente alla U.I.C.C. (l'organizzazione dei circoli del cinema libera dalla soggezione comunista), non disdegna di mante• nere contatti con la F.I.C.C. (l'organizzazione dei circoli del cine~a controllati dai comunisti) - e potenziando a Taranto l'associazione « Amici del Cinema)), la quale dovrebbe ora dar vita anche ad un circolo di cultura. A Reggio Calabria, l'importante circolo del cinema, che conta oltre mille aderenti e che riesce perfino a dar vita ad un giornale, dopo essere stato in dissidio con la F .I.C.C., è attualmente in dissidio con l'U .I .C.C. Già da queste sommarie e certo incomplete notizie è facile constatare che l'attività culturale che si svolge nell'Italia meridionale all'insegna del frontismo non è insignificante. I comunisti sono attivi e presenti dovunque, anche se per aumentare la loro forza di penetrazione devono inalberare bandiere non loro e far leva sui nomi di Francesco De Sanctis e di Guido Dorso. Così, da un lato l'attiva presenza del P.C.I. e l'immancabile suggestione di nomi e motivi cari alla tradizione meridionalistica, dall'altro l'inerzia e l'insipienza Bibloteca Gino Bianco
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