Nord e Sud - anno II - n. 2 - gennaio 1955

una forma di assistenza e di collaborazione con tutti i circoli culturali già1 esistenti nel Paese, purchè condividano i fini ed i metodi dell'Associazione, e pongano, pertanto, la cultura al di fuori di ogni possibile influenza totalitaria: o confessionale. Ed è indubbio che in tal modo questi circoli, conservando ciascuno la propria autonomia funzionale ed il proprio carattere peculiare, possono essere di notevolissimo, e forse insostituibile aiuto, nel far sì che il lavoro svolto dalla A.I.L.C. non si arresti e ristagni al centro, ma raggiunga, invece, in modo proficuo, anche l'estrema periferia delle diverse regioni e provincie. Al recente convegno napoletano, nel quale sono state esaminate tutte le questioni organizzative generali, l'attività culturale svolta o da svolgere da parte dei circoli e, in riunioni particolari, le singole situazioni locali, hanno· preso parte e hanno inviato la loro adesione i circoli di Bari, Brindisi, Caserta, Corigliano, Cosenza, Foggia, Lecce, Matera, Molfetta, Napoli, Potenza, Reggio. Calabria, Serino e Sorrento. Ora, sol che per un istante si pensi alle deficienti strutture organizzative de~la cultura nel nostro Paese, e, particolarmente, alla difficile situazione, in tal campo, del Mezzogiorno, si comprende tutta l'importanza della iniziativa promossa dall'A.I.L.C. ed il notevole significato di questo convegno napole-- ta110, al quale, come si diceva, hanno portato il loro contributo uomini di Puglia e di Carr1pania, di Calabria e di Basilicata. E' noto, infatti, che il fenomeno, che va sotto il nome di « frontisn10 »,. fiorisce in modo particolare, più che altrove, nell'Italia meridionale, ed altrettanto note e facili ad enunciarsi ne sono le ragioni. Agiscono in modo determi11anteìa scarsa qualificazione politica dell'opinione pubblica e la scarsa efficienza e responsabilità politica dei ceti dirigenti; poichè il frontismo è pianta che alligna con facilità tutta particolare dove la politica, più che nel gioco dialettico responsabile dei partiti moderni, si risolve nella rissa delle clientele. Non altrettanto noto, forse, è, però, il fatto che il frontismo più tipicamente politico trova nell'Italia meridionale un notevole sostegno in quello che chiameremo frontismo culturale. E' questo che, in buona parte, anche se non in modo diretto,. finisce con l'alimentare e sorreggere quello, offrendo una sorta di giustificazione al compromesso politico, che con probabilità sarebbe altrimenti meno. facile da attuare. Il frontismo c11lturale sembra diffondersi a macchia d'olio nella situazione peculiare del Mezzogiorno, dove la cultura ha sempre avuto una sua forza di suggestione e di attrazione particolarmente notevole su certi ambienti del ceto medio e dove, per contro, i ceti dirigenti ed i circoli più tipicamente clie11telistici si sono quasi sempre dimostrati, e si dimostrano tuttora, i11capaci di comprendere i motivi di una giusta polemica, culturale,. prima che politica, diretta soprattutto ad una espansione della cultura, che desse ad essa la possibilità di assumere e svolgere il ruolo che le compete in una moderna vita civile. Molti motivi, e soprattutto quasi tutti quelli più tipici della tradizione liberale meridionalistica, sono stati abbandonati a chi BiblotecaGino Bianco

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