Nord e Sud - anno II - n. 2 - gennaio 1955

Per quanto riguarda gli aspetti istituzionali dell'Organizzazione, si sa che il pool verde dovrebbe ricalcare, più o meno, le linee costitutive del pool carbo11e-acciaio.Tuttavia il problema fondamentale deve essere ancora risolto: non si sa, cioè, se l'Autorità avrà poteri sopranazionali - come vorrebbero olandesi, francesi, italiani - o se invece « gli enti saranno dotati di certi poteri di arbitrato». A tale poposito è bene dire che proprio questa formula lata ha consentito, superando le forti resistenze dei paesi scandinavi, lo sviluppo dei lavori fino ad uno stadio soddisfacente. Su questo punto dovrà ancora decidere la Conferenza dei Ministri dell'Agricoltura, ma è assai difficile pensare che si possa giungere alla sopranazionalità. Si pone allora il problema di conoscere se, e fino a qual punto, possa riuscire utile l'istituzione di un ente dall'articolazione complessa i cui organi ed uffici abbiano solo carattere consultivo. Si rischia infatti di creare un dispendioso doppione dell'OECE, già condannato all'impotenza, nonostante la sua riconosciuta competenza e capacità tecnica. D'altra parte, an-che da un punto di vista giuridico, la situazione viene complicata, per la presenza della Spagna, che non è membro dell'OECE e per la quale, quindi, le decisioni di tale Organizzazione, le raccomandazioni ed il Codice relativo non troverebbero neppure applicazione. Di qui le riserve formulate soprattutto dai paesi scandinavi, i quali, contrari come sono alla concessione di poteri sopranazionali all'Organizzazione del pool verde e propensi ad inquadrare il nuovo organismo, sia pure con una formula elastica, nell'ambito dell'OECE, vedono con preoccupazione l'ingresso della Spagna nel nuovo ente. Per tutti gli altri Stati, in quanto membri dell'OECE, tale problema non si pone; rimane valido, invece, il dilemma fra l'autonomia totale del nuovo ente e l'inquadramento, con formula appropriata, nell'OECE. Per quanto riguarda il nostro Paese, quale che sarà la soluzione prescelta, si dovrà fare in modo che l'Italia meridionale ed i suoi specifici problemi siano adeguatamente e proporzionalmente rappresentati in tutti gli enti ed uffici; ma non attraverso la prestazione più o meno disinteressata di funzion·ari ministeriali o l'invio in missione di impiegati della Cassa del Mezzogiorno; bensì mediante l'utilizzazione di esperti meridionali che abbiano dei problemi e delle loro difficoltà una esperienza diretta ed immediata. A tale proposito, sia con- . sentito formulare anche una seconda esortazione in quanto, qualunque sia il giudizio che si vuole portare sugli organismi internazionali e la loro funzionalità, è certo tuttavia che essi sono l'utile p·alestra per una naturale e seria preparazione tecnica : mettere in grado i giovani meridionali, studiosi di problemi agricoli e desiderosi di dedicare a tale settore la loro attività professionale, di seguire, fin dall'inizio, le discussioni ed i lavori dei comitati tecnici. Si darebbe loro, tra l'altro, la possibilità di uscire dalla vita angusta della provincia e di riportarvi, a tutto beneficio di quest'ultima, il meglio della esperienza acquisita. Per quanto riguarda la produzione, gli esperti sono tutti concordi nel riconoscere che la soluzione migliore non è quella di dar vita ad un sistema di Bibloteca Gino Bianco •

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