Nord e Sud - anno II - n. 2 - gennaio 1955

e in certe zone costiere del Mezzogiorno, ha cambiato del tutto il suo aspetto. Tuttavia, i bisogni delle popolazioni, e i disagi per il loro mancato soddisfacimento, si sono fatti i,n proporzione più vivi ed urgenti. G1i squilibri, l'ingiustizia del1 le condizioni sociali che trae orgine daLla mancanza di lavoro, l'inedia forzata delle masse rurali per lunghi mesi del1l'anno, gli alti prezzi che i consumatori sono obbligati a pagare all'industria protetta, sono divenuti sempre meno tol1 lerabili in una società ormai matura e consapevole dei propri diritti. In tutti è viva la persuasione che la struttura economica e sociale del paese sia giunta ad una svolta decisiva, in presenza di problemi non oltre rinviabili. In questo ambiente e tra questi stati d'animo è stata condotta, ,nell'autunno del 1952, l'inchiesta parlamentare suilla disoccupazione che p11òben essere definita come la raccolta dei cahiers des doleances dellla società italiana. L'inchiesta ha volutamente evitato di formulare proposte e indicare soluzioni, limitandosi ad una raccolta di elementi di informazione e di giudizio. Tuttavia, nonostante questa cautela, dovuta sopratutto allla eterogenea composizione politica della Commissio,ne, alcuni punti emergono con estrema chiarezza dal vasto materjale raccolto. L'aspetto più interessante e grave è ancora quello relativo alla sottoccupazione dei lavoratori agricoli: l'Istituto naziona~e di economia agraria ha accertato che un terzo delle capacità di lavoro delle masse rurali italiane resta annualmente inutilizzato. In termini di re:dditi mo,netari questa con- , elusione equivale a dire che i lavoratori agrico[i incassano ogni anno 750 miliardi di lire in meno di quello che potrebbero percepire in una situazione di pieno impiego, a parità di retribuzioni unitarie. Gran parte del problema della disoccupazione italiana, deg1i alti costi di produzione, dei bassi consumi, ha in questo punto ill suo nodo centrale. Un nodo che non si scioglie con il sostegno protezionistico di certe ragioni di scambio innaturali, ma avviando ad una graduale trasformazione gli ordinamenti colturali delle campagne italiane. L'inchiesta è esplicita su questo punto: il vecchio programma !liberista dei Giretti, dei De Viti, degli Einaudi, il programma che ritrovammo ammodernato e rivalutato nel rapporto dellla Commissione economica dell'Assemblea Costituente ,nel 1946, riceve un'ulteriore conferma dall'indagine dell'Istituto di economia agraria sulla sotBibloteca Gino Bianco

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