Nord e Sud - anno II - n. 2 - gennaio 1955

Come appare evidente da questa tabella, i guadagni reali toccano [a punta 1ninima del decennio considerato proprio ,nel 1938, anno in cui gli effetti della crisi mondiale del 1929 sono ormai stati superati in tutti i paesi, i'Italia compresa. Rimangono gli effetti lontani di quella crisi, e cioè l'accresciuta propensione aB. protezionismo e Ia distorsione dell'apparato industriale che ne deriva, alle quali cause vanno ricondotte le drastiche decurtazioni nelle retribuzioni reali degli operai. Conoscendo quanto fosse basso il reddito e il livello dei consumi delle famigilie operaie, è facile immaginare a quale limite di miseria corrispondesse questa situazione, nella qua!le ill peso maggiore di una politica economica errata veniva addossato a°llecategorie più deboli. In definitiva Ia struttura economica del paese, dopo ottanta anni di vita unitaria, presenta una serie di profondi squilibri, difficilissimi da sanare; essi infatti si sono ormai talmente connaturati con l'intero sistema sociale e politico da costituirne altrettanti dati permanenti, altrettante « pieghe >>, la cui rimozione costituirebbe motivo di gravi sconvolgimenti e di crisi. Gran parte dell'industria pesante situata nel Nord vive di vita artificia~e e parassitaria, e opprime le imprese meccaniche, le cos~uzioni edilizie, l'agricoltura; ma d'altra parte un drastico ritorno al liberismo in questo settore priverebbe di lavoro decine di migliaia di operai qualificati, e getterebbe nella crisi più dura intere città fiorenti di vita e di ricchezza. Gli stessi settori industria[i beneficiati dal ribasso nei prezzi dell'acciaio, non eviterebbero un notevole contraccoilpo, abituati come sono a produrre anch'essi al riparo dalla concorrenza estera. L'agricoltura è soffocata da un'eccessiva estensione delle co[ture cerealicole, causa essenziale del mancatò insediamento dei contadini nelle campagne e della grave disoccupazione stagionale, causa concorrente agli scarsi 1Jrogressi delle colture specia!lizzate e degli allevamenti; ma d'altra parte una diminuzione dei seminativi a cereali che avvenisse senza essere affiancata da una potente azione per la canalizzazione ed il migliore sfruttamento delle acque, dalla costruzione dei si~ida foraggio, da~la conquista di mercati di sbocco per le esportazioni di qualità, getterebbe neila miseria e nella disperazione i due quinti delle campagne italiane facendole regredire verso ordinamenti pascolivi e abbassando i redditi del1e popoilazioni rurali . • Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==