re, coprendosi dietro motivi politici. Questa frase non può dunque intendersi come un riconoscimento del carattere di classe delle rivoluzioni siciliane; e non « adombra », perciò, nessuna « profonda verità storica», come mostra di credere l' Alatri. Analogamente, quando si parla di « sicurezza delle proprietà >> ecc. minaccia te o da tutelare, il valore di questi termini equivale a quello ch'essi hanno oggi nel linguaggio giuridico, dove si discorre di « rea ti contro la persona e la proprietà » : cioè di furti, di saccheggi, ecc. Ora, noi sappian10, a differenza degli uomini del secolo xix, che al disotto di quei « mali sociali » v'era una storica realtà di classe: 1na essi erano nel vero quando vedevano nei moti in cui questa realtà allora si manifestava solo delle agitazioni tendenzialmente anarchiche, capaci di turbare la « pubblica sicurezza », ma inette, per allora, a sboccare in movimenti rivoluzionari dell'assetto di fondo della società. Non è dunque nella « conservazione sociale )) che va vista la ragione essenziale della durissima politica dei governi di Destra in Sicilia: ma nella resistenza tenace opposta da tutta l'arretrata e pa,rticolaris tica realtà storica dell'isola all 'assorbimento nello Stato moderno liberale e borghese creato dall'Unità; e nei gravissimi problemi politici immediati che da questa resistenza derivpvano. E' tutto un modo di essere che investe le più complesse e molteplici forme della vita siciliana che ,rilutta al n1ondo spirituale e politico impersonato nel « Continente ». Questa resistenza si manifesta in un violento contraccolpo antiunitario, nel vagheggiamento del passato, sia .esso quello di stampo borbonico, sia quello tendenzialmente antiborbonico ma ora unito col primo dall'avversione per il comune avversario, delle vecchie aspirazioni autonon1istiche. Da ciò l'importanza decisiva che assume, agli occhi dei contemporanei come a quelli dello storico) il 1npvimento reazionario, nelle sue forme molteplici che vanno dalla cospirazione alla renitenza alla leva all'avversione per i « con.tinentali » al mormorio al mplcontento allo scetticismo: movimento reazionario che nelle pagine narrative <lell'Alatri appare largamente documentato, ma che poi svanisce e si attenua quando invece si tratta di valutare il carattere e i moti vi profondi della lotta politica di quegli anni. E invece, esso ci dà ragione delle concrete e documentabili preoccupazioni degli uomini della Destra, della durezza dei loro metodi, del carattere, che fu proprio della loro battaglia politica, di lotta per la salvezza dell'unità e dello Stato moderno uscito dal Risorgimento, combattuta da una ristretta minoranza politicamente e civilmente ~ssai più alta del paese ch'era stata chiamata a governare. Insomma, anche queste vicende siciliane costituiscono una riprova della esattezza di quella interpretazione dell'opera della Destra che costituisce una delle maggiori conquiste scientifiche della Storia d'Italia del Croce: anche se, in Sicilia come altrove o più che altrove, le mete che quest'opera si proponeva furono raggiunte solo in parte, nella misura in cui la storia, con i suoi limiti e le sue deficienze inevitabili - anche all'interno della stessa Destra - permise di raggiungerle. E non vale asserire, come fa l' Alatri, che in seno allo -stesso sviluppo clericale v'erano degli elementi di protesta sociale suscettibili di sviluppi in senso progressivo: chè per intanto, negli anni di cui discorriamo, quel movimento rappresentava una immediata n1inaccia alla esistenza dello Stato unitario. La cui salvezza, fra l'altro, era anche la condizione storica indispensabile perchè il movimento clericale potesse· sviluppare i suoi germi progressivi e non ricadesse nell'oppressione morale e politica [127] BiblotecaGino Bianco
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