Nord e Sud - anno II - n. 2 - gennaio 1955

• . . Lè .sue esigenze, del resto, sono le medesime di tutti gli altri pOpoli meridionali : agricoltura stenta, per lo più a piccola proprietà o a mezzadria,_.e neçe~sità, quindi, di cooperative, consorzi od altre associazioni, che acquistipp le se~enti, le macchine e ·gli ahri strumenti agricoli, la cui spe~ainop. potrà essere mai sostenuta dai singoli individui. L'artigian~to ormai in completa decadenza; tuttavia, alcune manifestazioni di e~,sò andrebb~ro incoraggiate e sussidiate, attraverso la concessione di crediti _a lung9 termine e secondo modi di restituzione del numerario q.on ecçessivamente onerosi, come gli attuali. Lungo il mare, i pescatori , I J , • • co~tretti a . soggiacere_al rapace sfruttamento dei commercianti, i quali rivendono jL pescato_ sui mercati cittadini a prezzi straordinariamente r~1aggioràti ~on es~'ll.L5ivo:loro vantaggio; ma anche in questo caso ogni .. . . q1:1alvolta si· è ce~~ato di metter mano a cooperative, i rellativi sforzi sono falliti, per quell'inerzia propria del carattere abruzzese: conseguenza, a sua volta, di un inveterato stato d'animo iµformato a diffidenza e sosp~tto, che ha _ognora impedito il successo di qualsiasi iniziativa all'inségna del solidarismo. Al quadro generale fanno ecce_zione Pescara e la va1le del Pescara; ma errerebbe di grosso chi da u,n a1nbiente singolare ed eccezionale volesse· trarre generalizzazioni vaievoli per !l'intiera regione. La valle del Pescara - con i suoi stabilimenti ed opifici - rappresenta un caso singo1are; tuttavia, nei centri industriali, lunghesso il fiume, è dato scorgere le prime tracce di un nascente protetariato, per quanto in lenta crescita; per lo più è questioìne, infatti, di mano d'opera fino a non molti anni· or sono contadina, dedita alle opere dei campi, e trasportata all'improvviso in fabbrica·. Ora, una mentalità e una tradizione industrialli non sono frutti estemporanei, che fioriscono in terreni acerbi, appena dissodati. La città di Pescara, a sua volta, fa spicco per la industriosità e la alacrità dei suoi abitanti, per la sua a,nsia di iniziative, che procura quasi l'affanno; la costruzione delile case è per lo più interrotta a mezzo, come da parte di chi avesse fretta, e g,li edifici rimangono invariabilmente i11corr1piuti; l'intiera città suscita l'impressione di un agglomerato precario e provvisorio," alla stregua -di un centro fondato· al:la fine dell'Ottocento dai cercatori d~oro in Alaska. Ma Pescara è frutto di perso.ne discese da ogni parte d'Italia nel suo periplo, e va smarrendo e già conserva assai poco di fisionomia abruzzese. Il nuovo e il vecchio, poi -·- una BiblotecaGino Bianco

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