nuovi metodi di vita e nuove soluzioni. La proposta di rinunciare una buona volta, durante la festa del paese in onore del patrono, a~ trito spettacolo dei fuochi pirotecnici - ove finisce con il risultare vincitore l'artificiere che ha fabbricato «bombe>> che sparano più forte di quelle delll'avversario in gara - ed istituire, invece, un premio letterario, inteso a far conoscere magari la zona e i pregi del:la zona, è invariabilmente respinta e giudicata come un'uscita di beillo spirito, da parte di un forestiero: simili cose si fanno a Viareggio o a Venezia, ma non ad Atri o a Vasto. Le mostre di pittura, che da qualche anno a questa parte si tengono a Francavilla, all'ombra tutelare del defunto Michetti, sono povera cosa e piuttosto espedienti elettorali di uno Spataro - come ieri di un Acerbo, il quale, peraltro, in omaggio aill'etica littoria preferiva i motori ai co,lori; e, i1 n quanto espedienti elettorali, sono accettate, sia pure con ammiccamenti e sorrisi di furbesca comprensione. · Tuttavia, la diffidenza che informa la condotta dell'abruzzese, oltre che prodotto de]!l'isolamento, è risu'ltato, insieme, di una situazione sociale, la quale dura, anch'essa, da secoli: costantemente ignorate dal potere centrale, sfruttate - o, ,nel migliore dei casi, trattate con paternalistica condiscendenza dai gruppi dirigenti locali, dai proprietari e dai notabili - le plebi abruzzesi hanno acquisito .la psicoiogia caratteristica di chi, costretto ognora a servire, a piegare i:l capo, ad annuire, ha costantemente timore degli altrui raggiri e mene diretti ai suoi danni, ravvisa nelle azioni dei suoi simili altretta1 nte macchine - scoperte o coperte - intese a privarlo dei frutti della sua fatica, a negargli quanto è sacrosantemente suo. Tale atteggiamento di costante diffidenza si risolve assai spesso in un grosso danno, finisce con il compromettere ie sue eminenti qualità: abituato a sospettare di tutto e di tutti, l'abruzzese perviene a diffidare persino di se stesso, a perdere la fiducia ndlle sue qualità e possibilità, ad inibirsi quelle mète, che, pure, potrebbe raggiungere. Di qui le differenze nel comportamento, ad esempio, tra il siciliano e !]'abruzzese, una volta emigrati altrove, a Roma oppure a Milano: poichè il sicilliano non nutre dubbi sulle sue capacità di manovra e rapina, riesce ad affermarsi ai primi posti; mentre gli abruzzesi, pur facendo in numerose occasioni ottima prova, sino ad ascendere considerevolmente nella scala degli onori, restano per lo più brillanti secondi, BiblotecaGino Bianco
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