• quale ha dato ognora un gran daf!are a sociologi, politici, etnologi, dato che non è stato mai possibile mettersi d'accordo se andasse agganciata a·ll'Italia centrale, di cui per numerosi aspetti faceva e fa parte integrante, oppure con l'Italia meridionale, di cui per numerosi altri aspetti faceva e fa parte integrante. Tuttavia, nell'i1nterno dell'acrocoro vigono sistemi di vita e sono correnti comportamenti autonomi ed originali. A seguito de[l'isolamento, cui per tanto tempo l' Abruzzò è stato costretto, le sue popolazioni hanno n1ante.nuto pressocchè inalterati i caratteri e, persino, i costumi delle antich~ genti ita!liche, forse anteriori allla conquista di Roma. Chi voglia penetrare a fondo Virgilio, i suoi pastori ed agricoltori, se vuol venire davvero a capo dell'impresa, gli è giocoforza recarsi in Abruzzo: i contadini di Castelfrentano o di Atessa sono ancora i rnedesimi de:lle Bucoliche o delle Georgiche, ragionano conforme gli stessi punti di vista, lavorano la terra con i medesimi strumenti. Tutto, del resto, tra la Maiel'la e il Gran Sasso è pressocchè puro e incorrotto; e gli scarsi ritrovati della civiltà - che sono riusciti a superare, a costo di notevole sforzo, la cortina di silenzio e di resistenza tutt'intorno l'acrocoro - hanno prodotto mutamenti soltanto esteriori, alla superficie. E' da lamentare, anzi, che l'intiera regione sia rimasta immune da contaminazioni e allterazioni, che pure, sovente, hanno virtù rigeneratrici; ne risu 1lta che l'Abruzzo è oggi eccessiva1nente anchilosato e mummificato; sotto questo riguardo il suo simbolo è il Parco Nazionale, con i pochi residui orsi (ursus marsicanus) amorosamente protetti a testimoniare l'esistenza di una fau·na in via di progressiva eliminazione; se non dovessero insorgere, anzi, accadimenti capaci di somrnuovere o, per lo meno, di accelerare il placido corso degli eventi, v'è il caso che di qui a non mdlto verranno a visitarci in gita turistica, ridotti negli anni a venire al livello di reliquie e pezzi di museo, da conservare in bacheca, sotto vetro e con molta naftalina: l1na s1nisurata bacheca dalla Maielila e dal Gran Sasso sino al mare. Nessuna meraviglia, pertanto, se l'abruzzese è carattere meditativo, vòlto a]ila speculazione e anzi alla metafisica. Il divario che corre tra i loquaci e vacui contadini della bassa padana oppure della Romagna, e i gravi cafoni della nostra terra è i1l medesimo che passa fra, da una parte, Pietro Nenni e, dall'altra, Benedetto Croce. L'abruzzese disdegna l'eloquenza e la pdlitica, proprio perchè quei campi della umana attività BiblotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==