perciò alla menomazione del diritto di proprietà, alla costituzione di una nuova servitù della gleba, alla cristallizzazione dei rapporti nelle campagne in modo da ostruire l'avvenire delle nuove famiglie contadine. E non c'è dubbio che quest'ultimo è il maggior pericolo che può derivare dalla subordinazione delle disdette alla "giusta causa", il punto di forza su cui poggia la controffensiva padronale-malagodiana, specie se, seguendo il ragionamento del Serpieri, si distingue la mezzadria dall'affitto contadino. Ma qui intervengono le considerazioni nuove di _Manlio Rossi-Daria - su La Stampa dell' 8 dicembre - che capovolgono molti punti di vista e liquidano le ragioni addotte con maggiore insistenza dalla stampa padronale. Ecco le tre principali considerazioni di Rossi-Daria. 1) Diciotto anni di proroga ininterrotta dei contratti ( il primo deèreto è del 1936) hanno creato dovunque un fronte con1patto di interessi costituiti, che è di per sè difficile da rompere. Tale resistenza e divenuta col tempo anche maggiore in quanto la stabilità dei contratti, ossia dei rapporti di lavoro, si è affermata sempre più come esigenza fondamentale in tutti gli strati sociali; 2) il regime di proroga continuata ha creato dovunque un aperto squilibrio, non solo perchè su molti fondi si è determinata una sproporzione tra la toro ampiezza e la capacità lavorativa delle famiglie occupanti, ma anche perchè in molti luoghi le violazioni della proroga hanno accrescuito l'estensione delle terre coltivate dai contadini più ricchi a danno degli altri; 3) l'inconcludente agitazione di tanti anni e la continua attesa di una definitiva regolazione che non è mai venuta, se hanno contribuito ad una radicalizzazione dei contadini, hanno anche creato stanchezza e sfiducia per l'agitazione stessa, che è premessa essenziale al successo di nuovi metodi, che non possotJ-oessere altro che i vecchi metodi riformistici della locale trattativa concreta e del miglior.amento graduale. Co1ne uscirà il quadripartito da questa ;ecca? Ci sembra di poter condividere il pessimismo di Mercurio ( 11 dicembre): "il compromesso dovrebbe consistere nella conclusione dei contratti di conduzione a lunghissima scadenza con cui si cercherebbe di garantire quella stabilità di lavoro che è già un risultato di quasi vent'anni di proraga dei contratti. E' in tal caso evidente che il compromesso potrebbe avere un senso soltanto se attraverso i contratti a lunga durata si annullasse in maniera definitiva e perentoria il principio della giusta causa alla scadenza o se attraverso il riconoscimento della giusta causa si finisse per svalutare definitivamente la clausola della durata nei contratti. _Questo non essendo il caso, pare assai difficile che le riunioni degli esperti e dei politici possano condurre ad un qualche risultato ". A meno che, soggiungiamo, se non proprio l'on. Malagodi, altri esponenti liberali non rifiettano seriamente sulla conclusione enunciata da RossiDoria: " ...assurda appare la posizione dei liberali che, da un lato, pretende-· rebbero di vincere d'un colpo la giusta battaglia per il ritorno ad una situazione di 1naggiore elasticità nelle campagne e, dall'altro, sono pronti ad BiblotecaGino Bianco
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