Nord e Sud - anno II - n. 2 - gennaio 1955

perciò alla menomazione del diritto di proprietà, alla costituzione di una nuova servitù della gleba, alla cristallizzazione dei rapporti nelle campagne in modo da ostruire l'avvenire delle nuove famiglie contadine. E non c'è dubbio che quest'ultimo è il maggior pericolo che può derivare dalla subordinazione delle disdette alla "giusta causa", il punto di forza su cui poggia la controffensiva padronale-malagodiana, specie se, seguendo il ragionamento del Serpieri, si distingue la mezzadria dall'affitto contadino. Ma qui intervengono le considerazioni nuove di _Manlio Rossi-Daria - su La Stampa dell' 8 dicembre - che capovolgono molti punti di vista e liquidano le ragioni addotte con maggiore insistenza dalla stampa padronale. Ecco le tre principali considerazioni di Rossi-Daria. 1) Diciotto anni di proroga ininterrotta dei contratti ( il primo deèreto è del 1936) hanno creato dovunque un fronte con1patto di interessi costituiti, che è di per sè difficile da rompere. Tale resistenza e divenuta col tempo anche maggiore in quanto la stabilità dei contratti, ossia dei rapporti di lavoro, si è affermata sempre più come esigenza fondamentale in tutti gli strati sociali; 2) il regime di proroga continuata ha creato dovunque un aperto squilibrio, non solo perchè su molti fondi si è determinata una sproporzione tra la toro ampiezza e la capacità lavorativa delle famiglie occupanti, ma anche perchè in molti luoghi le violazioni della proroga hanno accrescuito l'estensione delle terre coltivate dai contadini più ricchi a danno degli altri; 3) l'inconcludente agitazione di tanti anni e la continua attesa di una definitiva regolazione che non è mai venuta, se hanno contribuito ad una radicalizzazione dei contadini, hanno anche creato stanchezza e sfiducia per l'agitazione stessa, che è premessa essenziale al successo di nuovi metodi, che non possotJ-oessere altro che i vecchi metodi riformistici della locale trattativa concreta e del miglior.amento graduale. Co1ne uscirà il quadripartito da questa ;ecca? Ci sembra di poter condividere il pessimismo di Mercurio ( 11 dicembre): "il compromesso dovrebbe consistere nella conclusione dei contratti di conduzione a lunghissima scadenza con cui si cercherebbe di garantire quella stabilità di lavoro che è già un risultato di quasi vent'anni di proraga dei contratti. E' in tal caso evidente che il compromesso potrebbe avere un senso soltanto se attraverso i contratti a lunga durata si annullasse in maniera definitiva e perentoria il principio della giusta causa alla scadenza o se attraverso il riconoscimento della giusta causa si finisse per svalutare definitivamente la clausola della durata nei contratti. _Questo non essendo il caso, pare assai difficile che le riunioni degli esperti e dei politici possano condurre ad un qualche risultato ". A meno che, soggiungiamo, se non proprio l'on. Malagodi, altri esponenti liberali non rifiettano seriamente sulla conclusione enunciata da RossiDoria: " ...assurda appare la posizione dei liberali che, da un lato, pretende-· rebbero di vincere d'un colpo la giusta battaglia per il ritorno ad una situazione di 1naggiore elasticità nelle campagne e, dall'altro, sono pronti ad BiblotecaGino Bianco

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