Nord e Sud - anno II - n. 2 - gennaio 1955

suffragio ristretto, la classe dirigente ita1 liana fornisce in tal modo un esempio degno di attenzione, ch_etuttavia contribuisce per alltro verso a rallentare la formazione de[ risparmio privato. L'unico sfogo consentito alle miserabili plebi rurali per sfuggire a questo circolo di miseria è l'emigrazione, che comincia a manifestarsi fin da[ 1870 e cresce con un ri_tmo sempre più i,ntenso nel successivo decennio 1880-90. La media annua degli espatri dal 1871 a[ 1880 è di 115.000, dei guali 26.000 per destinazioni transoceaniche e 89.000 per destinazioni europee. Negli anni tra i'l 1881 e il 1900 la media annuale sale a 234.000 espatri, di cui ben 124.000 diretti verso le Americhe. Nell'ultimo decennio del secolo la media an,nua degli espatri corrisponde praticamente a[['incremento demografico, assolvendo alla funzione di non deprimere ulteriormente le condizioni della mano d'opera non qualificata. Significativa è la diversa partecipazione delle varie regioni alla cor- ,. rente di emigrazione. Fi,no al 1890 il flusso maggiore degli espatri proviene dall'Italia settentrionale, che partecipa all'emigrazione media annua col 55% del totalle. Entro ta1e gruppo la grandiss:ma maggioranza degli espatri proviene dal Veneto. L'Italia meridionale contribuisce alll'emigrazione transoceanica con il 41 % del totaile, ma questa percentuale sale rapidamente dopo il 1887, che è in un certo senso l'anno-chiave per l'economia· italliana, fino ad assumere un peso preponderante. Il contributo relativarnente modesto del Mezzogiorno e delle isole al flusso migratorio nei primi anni di storia unitaria è, ancora u,n volta, da mettere in rapporto con ili bassissimo tenore di vita di quelle popolazioni e con Ila mancanza ancora quasi totale di facili comunicazioni, tali da diffondere anche nei borghi isolati del latifondo contadino [a notizia e la speranza di poter trovare una vita migliore in lontani paesi. Anche l'emigrazione, infatti, sebbene sia alimentata dalla grande miseria dei lavoratori, richiede tuttavia per manifestarsi un minimo di organizzazione economica e sociale che sembra del tutto mancare nelle regioni ereditate dal regno borbo11ico. In. queste regioni in partico'lare, -i[ disagio delle condizioni di vita e l'arretratezza del sistema produttivo si manifestano in u,n'altra forma, che è d'altra parte diffusa dove più dove meno in tutta l'Italia, e che tuttora costituisce uno dei più gravi mali del nostro paese: la sottoccupazione dei lavoratori. [8] Bibloteca Gino Bianco

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