Nord e Sud - anno I - n. 1 - dicembre 1954

strutture dello Stato italiano che si son cominciate faticosamente a costruire riescano nei fatti un po' migliori di quelle dello Stato prefascista, preparare tielle riforme nel Mezzo giorno e sforzarsi di controllarne l' at uazione, pe.1 fino offrire ai giovani 42.000 impieghi messi a concorso. Tutto ciò non trova grazia perchè è opera inutile e forse anche dannosa, perchè non risolve nella sua integralità il ' problema nazionale ', perchè non riuscirà a fermare un destino già scontato. Gli uomini della pianura, infatti, sono servi di una cultura che non ha gli strumenti sufficienti ecc., ecc.; e il riformismo statale è illusione, tanto è vero che invece di liberare degli uomini, scatena delle forze eversive. E qui si puo misurare il candore delle visioni apocalittiche di T. G. : pensare che, se si fanno delle riforme, le forze così liberate devon tranqu,.llamente prendere la via che vien loro indicata, come acque pigre in una sapiente opera di canalizzazione, constatare che questo non è avvenuto, e dedurre quindi che il rifor111ismoè una soluzione sbagliata, vuol dire non aver mai compreso nulla della storia o peggio vuol dire avere un profondo, smisurato disprezzo degli uomini e della loro libertà. Temo che gli autori di T .. G, se si interrogassero sinceramente, finirebbero con lo scoprire al fondo del loro cristianesimo una indicibile superbia lucif erina. Non vale che essi ci pongano innanzi le loro esigenze di. costruzione di una 'società civile ', le ' primarie prese di coscienza·' e tutte le altre cose di cui B. Ciccardini sa parlare con tanta raffinatezza. Poichè questo è un modo elegante di eludere il problema, il quale in termini semplici è pur sempre il seguente: noi si vive - vi piaccia o no - in una situazione storicamente determinata, nella quale vi sono questioni da studiare e da risolvere e posizioni da prendere: quali sono dunque le posizioni che gli scrittori di T. G. sono disposti a prendere nella nostra situazione storica, quali sono le loro scelte? Rispondere che si vuol costruire una ' nuova società' è rispondere in modo elusivo. Forse che le ·società nascono intere come la mitologica Minerva dal c,ervello di Giove-Ciccardini? Del resto che gli autori di T. G. abbiano la pericolosa tendenza a diluire i problemi per non affrontarli in tutte le loro impl;cazioni si può vedere chiaramente in un altro caso. Sembra al Ciccardini che il problema dello Stato italiano sia quello del rapporto tra il Nord elevato e il Sud depresso ( non fosse stata la chiara esegesi di G. Ferrara su Critica Liberale, mai avrei penetrato. sì peregrino concetto nella ravvolta prosa ciccardiniana). L'idea è interessantissima, soprattutto per questa rivista: de re nostra agitur. Il problema nazionale è, dunque, quello del rapporto Nord-Sud: di una differenza sostanziale tra le due ltalie, le cui rispettive realtà morali economiche e sociali, umane insomma, non sono al medesimo livello, non s'incontrano, ma sono tra loro in un rapporto di servitù dell'una rispetto all'altra. Di qui il carattere malsano della nostra vita nazionale, di qui la gracilità delle strutture del nostro Stato, l'arretratezza della vita civile nel nostro paese. Meraviglioso, e vero: studiamo, Bibloteca Gino Bianco

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