Nord e Sud - anno I - n. 1 - dicembre 1954

di se stesse, le loro deteriori manifestazioni, le loro arretrate rappresentanze. Così, tutte le sventure del Paese si riflettono nel Mezzogiorno come in uno specchio deformante e tornano agli occhi degli osservatori paurosamente ingigantite. Ebbene, l'immensa zona di esperimento ha reagito: tra il '46 e il '5 3, nelle regioni meridionali, il P. C .I. ha più che raddoppiato i suoi voti. Il Mezzogiorno non è più la « riserva di saggezza >> cara alla musa retorica di certo giornalismo tradizionale. Noi vogliamo sperare che non ci sia più nessuno in Italia tanto folle da voler insistere; tanto poco intelligente da credere che si possa ristabilire un equilibrio distribuendo qualche portafoglio ministeriale a qualche deputato monarchico o qualche sovvenzione per i 1n·ovimenti che riflettono soltanto l'infantilismo politico e le velleità reazionarie di agrari declassati e parvenus surclassati. Quan·do tutti . ritenevano che nel Mezzogiorno tornassero a campeggiare i movimenti cosidetti « nazionali » - che poi sono quelli tipicamente antinazionali - si stava invece verifica11do una radicale conversione delle plebi meridionali, che hanno compreso quale formidabile arma di pressione rappresenti il voto politico. . La grande novità di questo secondo dopoguerra è appunto la penetrazione comunista nel Mezzogiorno, una penetrazione tanto più rapida ed estesa quan-to più lunga e opprimente era stata la compressione precedente, quanto più ostinati e stolti sono stati i tentativi di ristabilirne i termini anacronistici e grotteschi. E' questa la constatazione da cui deve muovere chiunque voglia intendere le dimensioni attuali della questione meridionale e chiunque voglia agire nel Mezzogiorno. Che vi sia in Italia chi pretenda di persuadere i «cafoni» del Mezzogiorno a non votare per i comunisti in nome del re in esilio, delle madonnine che piangono, della città-martire e di non ben precisati « valori nazionali», affar suo. Ma, se questa fosse opinione diffusa anche fra gli uomini responsabili; se questo fosse ancora, come è stato fino a oggi, il punto di vista .di coloro che detengono poteri economici e controllano la stampa; se su questa strada si vo- _ lesse insistere da parte dei quadri dirigenti del Sud e da parte di certi ambienti settentrionali, ricalcando lo schema elettorale di Castellammare e aspirando a costruire maggioranze come quella che regge l'Ente Regione in Sicilia, seguendo le indicazioni della stampa più tendenziosa e recando preziosi vasi alla Samo comunista; se dura tubto ciò, noi abbiamo ancora Bibloteca Gino Bianco

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