, di Sant'Eufemia, che domina l'altipiano, avrebbe facilmente accettat<? <li trasportare gli africoti sulle sue terre demaniali (730 ha. di boschi e selva e 770 dì pascoli e seminativo), già in parte utilizzate dai suoi pastori e dai s11oicontadini. Sicchè mi convinsi anch'io che l'unica maniera di risolvere _il problema così male impostato, era di costruire al Carruso i 112 allloggi ancora mancanti per la popolazione di Africo centro, e di rinviare: _a Casalnovo i suoi abitanti ,dopo aver riattato alcune case lesionate, aver rinforzato con muraglioni 1l'abitatoe la strada nazionale, in alcu~e parti franata. Lo stesso Prefetto di fronte ai tristi risultati di Africo Nuovo e alle insistenze degli africoti - non tenendo conto delle draconiane misure proposte dal geologo e dal!l'Ispettore dell'agricoltura - propose al Go• verno, nell'ottobre del 1953, la costruzione di case in iocalità Garr:uso. Tra Je lettere e i memoriali inviatimi da gente di Africo· ne scelgo una piena di buon senso firmata da 14 capi famiglia e di cui ho corretto solo le espressionì non chiare : Centro profughi alluvionati di Bava Marina, li 12 gennaio 1954. Senatore Illustre, Siamo proprio coloro che sollevarono più di una volta la questione della ricostruzione di Africa nell'ambito del comune di origine. Abbiamo caldeggiato, con esposti, con articoli sui giornali, con l'intervento in commissioni presso le diverse autorità, affinchè volessero riesaminare il delicatissimo problema del trasferimento di Africa. Nel marzo 1952 in occasione della venuta a Reggio di S.E. il Presidente della Repubblica, .on. Luigi Einaudi, ci siamo recati da lui per illustrare la situazione e dal suo segretario particolare abbiamo appreso che anche Lei era contrario a che Africa sorgesse in agro di Bianco, che a proposito aveva presentato un apposito promemoria. Con i numerosi esposti diretti a vari organi del Governo centrale, abbiamo illustraco i disagi che avremmo incontrato nel sito di Bianco dove sorge già parzialmente il nuovo Africo ed i vantaggi che avremmo trovato invece se il paese fosse costruito nell'ambito del suo territorio. Africa aveva una superficie di circa 5.000 ettari di terreno ed i suoi naturali sfruttavano inoltre cirça 600 ettari del limitrofo comune di Samo di Calabria dei quali erano enfiteuti perpetui; sfruttavano altresì circ~ 300 ettari del limitrofo comune di Bova Superiore, per i quali pagavano all'Ente Comune un quinto della produzione conseguita. Bibloteca Gino Bianco
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