Nord e Sud - anno I - n. 1 - dicembre 1954

ranti e cinematografi, trovare ai padiglioni, . di cui la Mostra si sarà liberata, una destinazione utile per l'industria e per il commercio, per la cultura e per il turismo, per la scuola e altri servizi cittadini, anche a costo di sottrarre il tutto alle reveries du promeneur solitaire, rievocate da Ansaldo. La Mostra, così ridimensionata, non sarà più la « roccaforte dei debiti» e potrà vivere una vita sana ed utile; e tutti gli impianti, ad essa attualmente connessi, liberati dalla schiavitù del muro di cinta, che segregandoli li isola, potranno vivere la vita dell'ormai affollato quartiere di Fuorigrotta e di tutta la città che, dopo aver travalicato la collina di Posillipo, continua ad espandersi verso occidente. Abbattendo il muro di cinta e liberando, così, la zona della Mostra da questa specie di eterna quarantena, si risolverà non solo il problema del ridimensionamento della Mostra, ma anche quello urbanistico della crescita della città ad occidente. Se non paralizzata, questa crescita è certo deformata nel suo. sviluppo. Per dirne una, la nuova via Domiziana, nel momento in cui si avvicina all'agglomerato urbano, è costretta a piegare verso destra con una curva tante ampia, quanto inutile. Si faccia in modo che chi giunge a Napoli da Roma possa attraversare l'attuale zona della Mostra, anzichè essere costretto a girarle intorno. Forse allora veramente accadrà di vedere il turista italiano o straniero fermarsi lungo i viali ed i giardini, entrare nei padiglioni della Mostra. Oggi tutto questo non accade affatto e non un solo programma turistico di visita alla città include nel suo giro la zona della Mostra; la quale, fino a quando sarà intesa come è stata finora intesa da dirigenti afflitti da « complessi marmorei», non potrà mai essere - come Giovanni Ansaldo e noi stessi desideriamo - « il quartiere di Napoli, il giardino di Napoli, il posto di piacere di Napoli )); così come non potrà mai « entrare nel giro delle abitudini napoletane )>. Noi abbiamo una sola idea, ma è chiara, semplice, di elementare e facile attuazione. L'innaturale e gravoso condominio di oggi, che importa una continua emorragia di denaro pubblico, deve sciogliersi. Gli attuali muri dì cinta devono aprirsi e quella zona ampia, accogliente, confortevole va messa veramente a disposizione della cittadinanza. L'Ente Mostra, restituito ad una vita economicamente sana entro i suoi modesti confini, potrà adempiere, con quella serietà che mai no11 si disgiunge da un atteggiamento di umiltà consapevole, i fini ad esso propri. I teatri, le arene, le piscine, i ristoranti, i cinematografi, le chiese, i parchi, i viali, i giardini vivranno di quella che è la loro vita natùrale, il contatto continuo col pubblico, il traffico quotidiano di una città operosa in pieno sviluppo. Siamo convinti che così non vi sarà pietra della Mostra d'Oltremare che non troverà utile e degna sistemazione. L. A. Bibloteca Gino Bianco

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